10:50 pm, 7 Settembre 25 calendario

Stop al caro libri: la sfida contro il caro-vita dei testi scolastici

Di: Redazione Metrotoday
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Ogni anno, con il ritorno in classe, si rinnova una vecchia – e pesante – tradizione: la stangata sui libri di testo. Dopo mesi di discussioni, oggi il governo accelera le contromosse, mentre l’Antitrust accende i riflettori sull’editoria scolastica. Ma tra numeri, proteste e possibili sussidi, quella dei “libri troppo cari” resta una ferita aperta per tante famiglie italiane.

Aumenti, concentrazione e regole rigide

Nel 2025 la spesa media per studente supera i 580 euro alle scuole medie e raggiunge i 1.250 euro alle superiori, includendo testi, dizionari e materiali accessori. A questi costi vanno aggiunti gli aumenti legati alla cancelleria: penne, quaderni e strumenti di base hanno registrato rialzi rispettivamente fino al 7% e oltre il 20% negli ultimi anni.

Secondo le rilevazioni, i rincari medi dei libri oscillano tra il 4% per le medie e oltre il 5% per le superiori  Aumenti che, pur in linea con l’inflazione generale, risultano sproporzionati rispetto al potere d’acquisto delle famiglie italiane.

Ad incidere è un mercato fortemente concentrato: quattro grandi gruppi editoriali controllano circa l’80% del settore. Ogni anno vengono proposte nuove edizioni dei testi, spesso con modifiche minime, che rendono difficile il riutilizzo dell’usato e impediscono alle famiglie di risparmiare.

La normativa prevede tetti di spesa ministeriali, stabiliti per tipo di scuola e anno, oltre a limiti precisi agli sconti: fino al 15% sui testi nuovi. Per gli e-book, gli sconti possono arrivare al 30% nella versione completa e al 10% in quella mista. Nonostante ciò, i costi finali continuano a superare i limiti fissati dalla legge.

Le reazioni del settore e le proposte in campo

Gli editori difendono il proprio operato, sostenendo che gli aumenti siano legati a rincari dei trasporti e della distribuzione, e che gli incrementi dei prezzi si mantengano sotto la soglia dell’inflazione cumulata.

Di tutt’altro avviso sono sindacati della scuola e associazioni dei consumatori, che denunciano un peso crescente per le famiglie e chiedono interventi strutturali. Le proposte spaziano dall’introduzione di agevolazioni fiscali permanenti, a sistemi di gratuità parziale per le famiglie più fragili, fino a un ripensamento del sistema delle adozioni scolastiche per rendere più stabile il riuso dei testi.

Il Ministero dell’Istruzione sta valutando un provvedimento in Legge di Bilancio che introdurrebbe una detrazione Irpef del 19% sulle spese per i libri scolastici, fino a un massimo di 1.000 euro per figlio. In questo modo, ogni famiglia potrebbe risparmiare fino a 190 euro l’anno.

Intanto, sono stati già stanziati oltre 136 milioni di euro a sostegno delle famiglie a basso reddito, cifra leggermente superiore a quella degli anni precedenti. Un aiuto importante, ma insufficiente a coprire le esigenze di tutti gli studenti.

Indagini e risposte urgenti

L’Antitrust ha aperto un’indagine conoscitiva per verificare se nel mercato dell’editoria scolastica siano in atto pratiche anticoncorrenziali. Gli editori dovranno fornire chiarimenti e dati sulle politiche dei prezzi, con il rischio di incorrere in sanzioni milionarie se verranno accertate condotte scorrette.

Il governo, dal canto suo, punta a introdurre misure di sollievo immediato per le famiglie, accanto a un piano di lungo periodo che renda più sostenibile il sistema scolastico. Nel frattempo, in molte città italiane si moltiplicano le iniziative di solidarietà: associazioni e comitati locali organizzano punti di scambio e raccolta di libri usati, consentendo così a tante famiglie di affrontare la spesa con meno difficoltà.

Tra leggi, concorrenza e diritto allo studio

Il problema del caro-libri non è nuovo. Già nel 2011 la cosiddetta “Legge Levi” aveva fissato limiti agli sconti applicabili sui libri, nel tentativo di tutelare la filiera e preservare le librerie indipendenti. Tuttavia, quella stessa normativa ha finito per irrigidire il mercato, impedendo vere forme di concorrenza e frenando lo sviluppo di canali alternativi.

Negli ultimi anni, le continue ristampe di testi e le frequenti nuove edizioni hanno contribuito a rendere marginale il mercato dell’usato. Le famiglie si trovano così a dover acquistare di anno in anno libri nuovi, senza reali possibilità di risparmio.

Una battaglia per il futuro dei giovani

Il caro-libri non è solo un problema economico: è una questione sociale e culturale. In un Paese in cui i tassi di lettura restano tra i più bassi d’Europa, ogni ostacolo al diritto allo studio diventa un freno alla crescita collettiva.

Le famiglie chiedono risposte concrete. Le misure in discussione – dalle detrazioni fiscali agli stanziamenti straordinari – rappresentano un passo avanti, ma non bastano. Serve un intervento strutturale che apra il mercato a maggiore concorrenza, favorisca il riuso dei testi, potenzi l’offerta digitale e garantisca pari opportunità a tutti gli studenti.

Il futuro dell’istruzione, e con esso il futuro del Paese, passa anche da qui: rendere i libri accessibili significa investire nelle competenze, nella cultura e nel capitale umano delle nuove generazioni.

7 Settembre 2025 ( modificato il 8 Settembre 2025 | 22:55 )
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