La variante Stratus: tra ritorno dei sintomi classici e nuove sfide

La pandemia di COVID-19, purtroppo, non è ancora un capitolo chiuso. Con l’arrivo dell’autunno, una nuova variante del virus, denominata Stratus (XFG), sta guadagnando terreno in Italia e in Europa, riportando alla memoria i sintomi più noti delle prime ondate. Seppur con una gravità clinica attualmente bassa, questa evoluzione del virus solleva interrogativi sulle sue implicazioni per la salute pubblica.
Cos’è la variante Stratus?
La variante Stratus è una sottovariante del ceppo Omicron di SARS-CoV-2, emersa tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate 2025. È il risultato di una ricombinazione genetica tra due varianti precedenti, LF.7 e LP.8.1.2, motivo per cui è stata soprannominata “Frankenstein” dai media. Questa combinazione ha conferito al virus una capacità di diffusione rapida, portandolo a rappresentare oltre il 60% dei casi di COVID-19 in Europa durante l’estate. In Italia, la sua incidenza è superiore al 50%, con una diffusione uniforme su tutto il territorio nazionale.
Sintomi: un ritorno ai primi segnali del virus
A differenza delle varianti precedenti, Stratus presenta sintomi che ricordano quelli delle prime fasi della pandemia. Il segno distintivo è una forte raucedine, descritta come una “gola a rasoio”, accompagnata da dolore e bruciore alla gola. Altri sintomi comuni includono febbre moderata, tosse secca, stanchezza, dolori muscolari e congestione nasale. Particolarmente rilevante è il ritorno dell’anosmia e dell’ageusia, ovvero la perdita di olfatto e gusto, sintomi che erano scomparsi nelle ondate precedenti.
Rischio e gravità: una minaccia contenuta
Nonostante la rapida diffusione, le autorità sanitarie internazionali, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), hanno classificato Stratus come “Variant Under Monitoring” (VUM), indicando un rischio globale basso. Non sono emerse evidenze di una maggiore gravità clinica rispetto alle varianti precedenti. Tuttavia, la sua elevata trasmissibilità potrebbe comportare un aumento dei casi e, di conseguenza, una pressione sulle strutture sanitarie, soprattutto durante la stagione autunnale.
Vaccinazione: un’arma ancora efficace
I vaccini attualmente in uso continuano a offrire una protezione significativa contro le forme gravi di COVID-19, inclusa l’infezione da variante Stratus. Le autorità sanitarie raccomandano la somministrazione di richiami vaccinali aggiornati, in particolare per le categorie più vulnerabili, come anziani, persone immunodepresse e individui con patologie croniche. La combinazione della vaccinazione con altre misure preventive, come l’uso di mascherine in ambienti affollati e una buona igiene delle mani, rimane fondamentale per contenere la diffusione del virus.
Prepararsi all’autunno: le raccomandazioni degli esperti
Con l’arrivo dell’autunno e la ripresa delle attività scolastiche e lavorative, gli esperti invitano alla massima attenzione. Il professor Mauro Pistello, virologo dell’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana, sottolinea l’importanza di una doppia vaccinazione antinfluenzale e anti-COVID per le persone di età superiore ai 60-70 anni. Inoltre, è fondamentale monitorare i sintomi e adottare tempestivamente misure di isolamento in caso di sospetta infezione, per prevenire la trasmissione del virus.
La variante Stratus rappresenta una nuova sfida nella lotta contro la pandemia di COVID-19. Sebbene al momento non emerga una maggiore gravità clinica, la sua elevata trasmissibilità richiede un monitoraggio continuo e l’adozione di misure preventive adeguate. La vaccinazione rimane uno strumento fondamentale per proteggere la salute individuale e collettiva.
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