Case a 1 € e rinascita dei borghi tra simbolo di speranza e corsa ai bonus

È un panorama di pietra, vicoli silenziosi e tetti che nascondono un sogno italiano dal sapore antico: acquistare una casa per 1 € e restituirle vita. Un’iniziativa promossa dal piccolo comune di Biccari, in Puglia, e da decine di altri borghi, si integra oggi con il controverso sistema del Superbonus 110%. Tra entusiasmi, perplessità e calcoli nei cantieri, si disegna il tentativo di ridare anima ai luoghi dimenticati.
Il fascino concreto della simbolica cifra simbolo
L’idea delle “case a 1 euro” non è né una trovata pubblicitaria, né una leggenda. Il Comune di Biccari – come numerosi altri centri storici italiani – propone abitazioni fatiscenti al prezzo simbolico di 1 euro, a patto che venga intrapreso un progetto di ristrutturazione entro tempi certi. L’obiettivo? Richiamare nuove famiglie, ripopolare il borgo, valorizzare il patrimonio architettonico.
Le regole sono vincolanti: per ottenerla, l’acquirente deve contattare direttamente l’amministrazione, compilare un modulo, versare una cauzione (anche fino a 5.000 € in alcune realtà), e avviare i lavori in tempi definiti, solitamente entro 3 anni. Chi non rispetta gli impegni rischia di perdere la proprietà. È una scommessa fatta di entusiasmo e impegno. Le adesioni si moltiplicano, ma i rischi non mancano: tra costi nascosti, procedure burocratiche e limiti tecnici, la rincorsa frena spesso l’entusiasmo originario.
Tra aiuti e avvertimenti
Il Superbonus – l’incentivo lanciato nel 2020 per sostenere ristrutturazioni e interventi di efficientamento energetico – ha rappresentato una manna per il settore edilizio. In molti casi, chi ha accettato la casa da 1 € l’ha fatto contando su questa facoltà di recuperare il 110% delle spese sostenute. È stato un volano potente: nuovi cantieri, economie locali vivaci, sogni che sembravano realizzabili.
Tuttavia, il conto in bolletta è salato. L’incentivo è costato finora molto più di quanto previsto: da 35 miliardi stimati, il costo è lievitato a oltre 160 miliardi in pochi anni. Si è trasformato in una voragine nei conti pubblici, generando sospetti e polemiche. Prefabbricati gonfiati, lavori inesistenti, frodi di crediti. L’estate 2024 ha segnato il punto più alto: migliaia di processi, crediti sequestrati, interventi normativi che hanno congelato o ridotto il meccanismo sconto/cessione del credito — un serio monito alla sostenibilità di strumenti così generosi.
Dalla promessa romantica alle incognite economiche
Dietro la magia di una casa a 1 € c’è un calcolo realistico: le spese effettive iniziano con tasse e notaio, passano per i materiali, arrivano alla manodopera, fino al progetto di ristrutturazione energetica. In molti casi, l’investimento richiesto è di decine di migliaia di euro.
E anche quando il bonus lo copre (e in parecchi casi è così), restano da affrontare lavori obbligatori — aumento del costo energetico, obbligo di migliorare le classi, messa in sicurezza antisismica — e montagne di burocrazia. Comune, normativi, professionisti, pratiche: tutto pesa.
Per le famiglie reali, italiane o straniere, è un bivio: la possibilità di vivere in un borgo autentico, oppure trovarsi schiacciati da costi che superano di gran misura il simbolico euro pagato. Molti desistono, alcuni resistono. Le storie di successo, però, diventano leggende: chi restaurava una casa e ora vende su Airbnb, chi ha aperto una bottega, chi ha ridato vita a un angolo speciale d’Italia.
Tra ripartenza e fragilità: il futuro dei piccoli comuni
Il desiderio di rilanciare i borghi è vivo e globale. “Case a 1 €” non è solo un titolo da prima pagina, ma un’opportunità di valorizzare una geografia spesso ignorata. Tuttavia, senza adeguati strumenti, rischia di rimanere utopia.
Il Superbonus ha offerto un ponte importantissimo ma ora vacilla. Il costo pubblico, il boom edilizio, i sospetti e le truffe hanno spinto le istituzioni a fermare il flusso o a diluirlo—secondo ultimi piani fiscali, il rimborso potrà essere distribuito fino a 10 anni per alleggerire il bilancio.
Resta aperta dunque la grande domanda: come costruire una vera rinascita sostenibile dei borghi? Servono schemi snelli, fondo per microprogetti, supervisione seria. Occorre un equilibrio tra sogno e pragmatismo.
Un sogno italiano a 1 €
Le case a 1 € rappresentano l’Italia che resiste e si reinventa. Una sfida romantica, concreta, difficile. Ma ancora possibile.
Sono borghi in attesa di nuovi vicini, di idee, di nuovi capitoli. C’è chi ci crede, chi resiste a fatica, chi mente. Ma un elemento è chiaro: quella di rigenerazione non è una moda passeggera. È una scelta coraggiosa, dove il simbolico euro è solo l’inizio di una rinascita concreta, sostenibile, culturale.
Perché ogni pietra restaurata racconta una storia di futuro ritrovato.
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