10:49 am, 4 Settembre 25 calendario

Sanremo resta a casa: l’accordo che garantisce il futuro della kermesse

Di: Redazione Metrotoday
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Dopo nove mesi di negoziati serrati e dopo il via libera del TAR della Liguria, si è giunti alla tanto attesa fumata bianca: il Festival della Canzone Italiana continuerà a essere ospitato nella Città dei Fiori. L’intesa, raggiunta tra la Rai e il Comune di Sanremo al termine di due giorni di confronto continuo, pone le basi per un nuovo triennio (2026–2028) di stabilità organizzativa e culturale.

Quando la magia sfida la burocrazia

Il nodo giuridico è sorto con chiarezza nel 2024, quando il TAR della Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento diretto del Festival alla Rai, impendendo che questa potesse continuare a gestirlo senza un’adeguata trasparenza. Il Comune ha quindi dovuto bandire una gara pubblica per scegliere l’organizzatore della prestigiosa manifestazione. Un esame dal quale la Rai – unico soggetto a rispondere – è emersa come unica candidata, aprendo la via a un confronto serrato sui termini concreti della convenzione.

Dopo l’ok del Consiglio di Stato alla sentenza del TAR, si è avviato un confronto serrato tra Rai e amministrazione sanremese. Le divergenze erano evidenti su più fronti: il valore del marchio, l’impatto economico sul territorio e il controvalore organizzativo. In particolare, la Rai ribadiva l’inscindibilità tra format e brand del Festival, mentre il Comune ha insistito sulla proprietà intellettuale e sugli oneri dell’accoglienza di artisti e addetti.

 Sanremo coincide con il Festival

L’accordo sancito conferma una dicotomia simbolica semplice ma potente: “Sanremo è il Festival e il Festival è Sanremo”. Il sindaco e la Giunta hanno espresso soddisfazione unanime. La sinergia tra Rai e Comune è rafforzata non soltanto nella sua dimensione culturale e identitaria, ma anche nella capacità di valorizzare l’immagine della Liguria a livello internazionale.

Il nuovo accordo, che afferisce alle edizioni dal 2026 al 2028 con possibilità di proroga, comprende la stessa formula consolidata: cinque serate televisive, gara canora e ospiti live. Ma introduce nuovi elementi di governance: maggiore trasparenza sui costi di soggiorno per artisti e troupe, supervisione sugli investimenti promozionali e una rafforzata collaborazione col territorio volto a elevare le opportunità turistiche e culturali.

Un passato di firme, tensioni e spettacolo

Il Festival di Sanremo, ideato nel 1951 per rilanciare la città in inverno, ha costruito, insieme alla Rai, la sua fama attraverso generazioni. Originariamente trasmesso via radio per animare la stagione morta della Riviera dei Fiori, ben presto è divenuto evento televisivo in diretta, spazio di declinazione musicale e ideale vetrina per artisti emergenti e consolidati.

Le prime edizioni si svolsero al Casinò di Sanremo, luogo-simbolo della Belle Époque, e dal 1977 il Festival ha trovato la sua “casa” stabile al Teatro Ariston, che di anno in anno si trasforma in un hub di glamour, musica e costume. Negli anni la manifestazione ha attraversato decenni di costume italiano, scandita da rivoluzioni stilistiche, dibattiti sociali, scandali e polemiche – ma sempre con la massima risonanza mediatica.

Tra momenti di gloria, gli scandali – politici, economici, musicali – si mescolano alla storia del Festival. Nel 1975, una crisi politica portò il Comune a gestire direttamente l’organizzazione, causando disordini logistici e artistici. Altri episodi storici mostrarono tensioni tra Rai, Comune e industria musicale, e più di una volta il Festival è stato al centro di controversie per cachet troppo alti, presenza di ospiti politici o divergenze creative.

Economia, brand e pubblico

Il Festival non ha solo un volto artistico, ma anche un peso economico notevole: tra diritti televisivi, pubblicità, accoglienza e indotto alberghiero, ogni edizione produce un alto valore economico per la città e per la Rai. Le coperture radio e tv amplificano l’esposizione del brand ai livelli massimo nazionali.

Il nuovo accordo risponde a questa dimensione duplice: da un lato consente alla Rai di mantenere il controllo creativo e produttivo; dall’altro, valorizza il ruolo istituzionale del Comune come titolare dell’identità del Festival, preservando anche il patrimonio turistico e culturale collegato a Sanremo.

Il domani del Festival: cosa cambia (e cosa resta)

Continuità scenografica: il Teatro Ariston resta fulcro dell’evento, con Red Carpet, Casa Sanremo e le piazze animate tra musica e socialità.

Governance trasparente: spese, ospitalità e logistica saranno oggetto di controllo reciproco per garantire efficienza e sostenibilità.

Valorizzazione territoriale: Sanremo sarà sempre più promossa come destinazione, grazie alla visibilità mondiale del Festival.

Rischio scampato: la possibilità che il Festival si spostasse – con un nome diverso – è stata scongiurata. L’identità è preservata.

L’accordo fra Rai e Comune sancisce un patto di fedeltà tra città e manifestazione, sigillando un legame storico tra Sanremo e la canzone italiana. È una decisione che evita la dispersione di un patrimonio identitario, culturale ed economico di incalcolabile valore. Di fronte alle sfide – giudiziarie, organizzative o di mercato –, si è compiuto un passo strategico: consolidare un modello vincente fatto di musica, spettacolo, memoria e comunità.

4 Settembre 2025
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