7:42 pm, 4 Settembre 25 calendario

Julio Velasco guida le azzurre verso il trono mondiale

Di: Redazione Metrotoday
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Un coach, un gruppo, un sogno

L’Italia è di nuovo tra le quattro squadre più forti al mondo. Vince 3-0 contro la Polonia e vola in semifinale ai Mondiali femminili. Merito della perizia tattica, certo, ma anche della scintilla che Julio Velasco ha saputo riaccendere nel gruppo: equilibrio, consapevolezza e cultura della squadra.

Il time-out che ha cambiato il match

Velasco racconta: “Bastava una parola per ripartire” dopo i primi set intensi contro la Polonia. Un time-out strategico, una parola chiave e l’Italia cambia passo. Blocchi efficaci, difesa solida, pochi errori al servizio: la squadra risponde con 5 vittorie su 5, lasciando un solo set per strada. Un percorso che richiama Parigi 2024, quando le Azzurre chiusero imbattute con un solo parziale perso. Il riscatto passa anche da lì, da piccole scosse che scatenano un’ondata collettiva.

Nervini, la “stellina” che accende il gruppo

Durante il match, una provocazione avversaria nei confronti di Stella Nervini – la più giovane della squadra – scatena in Velasco una reazione protettiva: “Basta guardarla, guarda me”, ha intimato. Un gesto che ha rotto gli indugi, stretto i ranghi. Il rispetto dentro e fuori dal campo non si improvvisa, ma si costruisce. Velasco sa che ogni componente ha un valore: dalla protagonista al sostegno silenzioso. Soprattutto, sa proteggere la squadra come una famiglia.

Talento e stabilità in una squadra completa

Chiedete al commissario tecnico cosa pensa di Sylla e Egonu, e risponde con chiarezza: convincono tutte. Non è solo questione di punti, ma di ruoli: la sicurezza di chi ha guadagnato il suo spazio, la credibilità di chi si affida al lavoro comune. Paola Egonu non è solo la stella più luminosa, ma un nodo d’energia difficile da gestire. Velasco l’ha fatto, dicendole: “C’è un personaggio e c’è la persona. Io parlo con te, Paola.” Le ha promesso difesa e umanità, ricordando che i profili pubblici restano persone con fragilità e dignità. Ritornata in nazionale nel 2024, Egonu ha condotto le Azzurre all’oro olimpico e a due MVP consecutivi nelle VNL. Ma dietro ai record ci sono parole vere, rispetto, fiducia.

Dominio tecnico, equilibrio mentale

Maurizia Cacciatori, ex icona del volley italiano, parla di un “dominio tecnico e mentale che va oltre lo sport”. Osserva la squadra che vince, festeggia e subito si concentra sulla partita successiva, con umiltà e senso della missione. È un’onda culturale, più che un momento tecnico: lo spirito del gruppo supera ogni trionfo.

Genio tattico, carriera leggenda

Arrivato a 71 anni, Velasco ha rilanciato la nazionale femminile dopo stagioni complicate, conquistando rapidamente il podio olimpico e il vertice nella Volleyball Nations League. La Nazionale rifiorisce nella maturità e nell’equilibrio, ma anche nell’aspetto mentale. Le sue radici affondano però molto più indietro: dalla mitica “generazione di fenomeni” maschile agli anni in campo internazionale, l’arte di Velasco è saper trasformare un gruppo di talenti in una squadra vincente e compatta.

Paola Egonu: simbolo, leader, persona

Paola Egonu incarna l’eccellenza e si confronta, come tante altre, con pressioni legate a expoomential fame del pubblico. Velasco l’ha difesa quando, forse, nessun altro lo avrebbe fatto. “Tu sei Paola, la persona”, le ha detto. Un gesto che vale più di mille strategia: recuperare dignità e centralità personale è spesso la chiave per riaccendere la forza tecnica. E i risultati si vedono: medaglie, leadership, empatia.

I Mondiali: una scalata partita dall’intento

C’era la medaglia olimpica, eppure Velasco ha chiesto un patto al gruppo: “Portate a casa un Mondiale che non vincete da 23 anni”. Non era retorica, ma motivazione autentica. Un gruppo costruito sulle fondamenta della vittoria, dell’autonomia, della responsabilità. Le azzurre non si accontentano: vogliono scrivere la storia.

Un gruppo che guarda oltre

Oggi l’Italia è in semifinale mondiale. Ma Velasco mette i piedi per terra: “Ogni partita ha la sua storia. Pensiamo pallone su pallone.” La squadra è forte, ma consapevole. La sfida non è solo vincere: è restare centrati, lucidi, compatibili con la propria identità. Un messaggio che va oltre il campo: nel volley, come nella vita, conta la squadra che resta insieme, dentro e fuori.

4 Settembre 2025
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