Giorgio Armani, addio al Re dell’eleganza, maestro del made in Italy

Il mondo della moda piange la scomparsa di Giorgio Armani, scomparso oggi all’età di 91 anni. Lo stilista, definito da molti il “Re della moda” e “poeta della misura”, si è spento serenamente a casa, circondato dai suoi affetti più cari. Fino agli ultimi giorni, la sua dedizione è rimasta intatta: ha continuato a lavorare, progettare e innovare, portando avanti il suo stile imperituro e la sua visione. A Milano, è stato proclamato lutto cittadino mentre la camera ardente sarà allestita presso l’Armani Teatro sabato 6 e domenica 7 settembre.
L’ultimo saluto e il testamento d’immagine
Armani è stato, per vocazione, un uomo riservato che ha scelto di parlare attraverso le sue creazioni piuttosto che con le parole. Nella sua ultima intervista, ha confessato il suo unico rimpianto: aver dedicato troppo tempo al lavoro e poco agli affetti personali. Ha indicato Leo Dell’Orco, membri della famiglia e collaboratori di lunga data come i custodi naturali di un patrimonio umano e creativo che trascende il semplice marchio.
Il lascito: eleganza senza tempo e rispetto per la realtà
“Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà.” Queste parole, scelte come epigrafe in un annuncio ufficiale, ripercorrono l’essenza dell’azione stilistica di Armani: sobrietà innata, cura maniacale del dettaglio, estetica calibrata sulla vita reale. Non era certo uno stilista teatrale, ma un artigiano internazionale che rivoluzionò lo stile con understatement raffinato.
La genesi di un impero: dalle vetrine alla Casa di moda
Nato a Piacenza nel 1934, la carriera di Armani decolla solo dopo aver abbandonato la facoltà di Medicina. Il primo passo risale al 1957: lavora come vetrinista alla Rinascente di Milano, affinando il suo occhio estetico. Nel 1965 entra nella linea maschile di Cerruti e, nel 1975, fonda insieme a Sergio Galeotti la Giorgio Armani S.p.A. Da quell’istante, l’etichetta diventa la culla di una rivoluzione stilistica.
La giacca destrutturata, diventata simbolo di sartorialità contemporanea, e i completi morbidi che esaltano l’essere invece di comprimere sono il manifesto del suo linguaggio. Negli anni ’80, grazie anche a “American Gigolo”, la moda diventa popolare e Armani diventa icona. Nel tempo, il marchio si espande con linee come Armani Privé, Emporio Armani, profumi, accessori e persino hotel di lusso, senza mai scalfire il suo imprinting sartoriale.
Un imprenditore visionario con occhio internazionale
Armani non è solo un creativo, ma un manager acuto. Nel 1978, un accordo con un gruppo tessile gli consente di radicare la produzione sotto il suo controllo qualitativo. Il marchio cresce rapidamente in Italia e si afferma negli Stati Uniti già alla fine degli anni ’70.
Oltre alla moda, Armani investe in ambito culturale e sportivo. Acquista l’Olimpia Milano di basket, sostiene mostre d’arte e si distingue per generosità e lungimiranza. La digitalizzazione degli archivi, la celebrazione dei 50 anni del brand e la democratizzazione del patrimonio creativo sono frutto della sua mentalità aperta al futuro.
Il cordoglio del Paese e del mondo
Dalla Presidenza della Repubblica all’industria, passando per colleghi e celebrità, la sua morte scatena commossi messaggi e ricordi. Il Presidente Mattarella lo ricorda come “maestro dello stile e simbolo del genio italiano nel mondo”. Il Teatro alla Scala renderà omaggio al suo talento nell’inaugurare la nuova stagione.
Alla vetrina di via Manzoni a Milano, i passanti esprimono un sentimento unanime: l’Italia perde un simbolo. In tutto il mondo, riflettori spenti su una grande leggenda, mentre celebri personalità di cinema, moda e cultura segnano un momento di raccoglimento.
L’eredità di un mito moderno
Sul piano della moda, Armani ha introdotto una nuova narrazione estetica: eleganza rilassata, vestibilità naturale, raffinatezza minimalista. Nel panorama imprenditoriale, ha costruito un’azienda solida, familiare e coerente con la sua filosofia estetica.
Per molti, il suo impero non si limita a creare abiti: ha creato stile di vita. Il Made in Italy, in lui, ha trovato volto, respiro e destinazione mondiale. Anche se il “poeta della misura” se ne è andato, le regole del suo stile – sobrietà, armonia, umanità – rimarranno per sempre attuali.
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