11:05 am, 1 Settembre 25 calendario

Campi Flegrei, la terra continua a tremare

Di: Redazione Metrotoday
condividi

Un nuovo terremoto di magnitudo 4 ha colpito i Campi Flegrei, riportando l’attenzione sulla più grande caldera vulcanica d’Europa, un’area che da mesi vive un’intensificazione di eventi sismici e deformazioni del suolo. La scossa è stata avvertita distintamente nei comuni di Pozzuoli, Bacoli e Napoli Ovest, con residenti che si sono riversati in strada in cerca di sicurezza.

L’episodio si inserisce in una sequenza sismica che, dall’inizio del 2025, ha fatto registrare un numero di scosse senza precedenti negli ultimi quarant’anni. Tra gennaio e febbraio, migliaia di eventi hanno scosso il territorio, alcuni dei quali con magnitudo superiore a 3,5. Nel corso dei mesi successivi, si sono verificati altri terremoti significativi, compresi tra magnitudo 4 e 4,6, con epicentri localizzati a pochi chilometri di profondità, soprattutto nella zona di Pozzuoli e del Golfo.

Particolarmente intenso è stato il mese di marzo, quando un sisma di magnitudo 4,4 ha fatto tremare la zona tra Pozzuoli e Bagnoli, seguito da decine di repliche. In estate, un evento di magnitudo 4,6 è stato registrato a fine giugno, seguito da un’altra scossa di magnitudo 4,0 nel mese di luglio. Un crescendo che ha contribuito ad alimentare la percezione di vivere in una terra sospesa, fragile e imprevedibile.

L’evoluzione geologica e il contesto scientifico

I Campi Flegrei sono da anni al centro di un fenomeno noto come bradisismo: il lento e costante sollevamento del suolo, dovuto all’aumento di pressione nel sottosuolo. Dal 2005 a oggi, il suolo di Pozzuoli si è sollevato di circa un metro e mezzo, con una progressione che negli ultimi mesi ha subito un’accelerazione, passando da un ritmo medio di un centimetro al mese fino a tre centimetri.

Secondo i vulcanologi, i terremoti e le deformazioni del terreno non sono necessariamente collegati a un’imminente eruzione, ma sono piuttosto il segnale di un sistema idrotermale in forte pressione. Si ipotizza infatti che il calore del magma in profondità riscaldi e spinga l’acqua presente nelle falde, creando un “cuscinetto” di vapore e gas che esercita una pressione crescente sulle rocce soprastanti. Questo meccanismo porta a fratturazioni e microterremoti, oltre al sollevamento della superficie.

Tuttavia, il fatto che nell’ultimo anno si siano registrate scosse di magnitudo mai osservate in epoca recente ha riacceso il dibattito sulla vulnerabilità del territorio e sulla necessità di aggiornare costantemente i piani di protezione civile. L’ultima eruzione dei Campi Flegrei risale al 1538, quando in pochi giorni si formò il Monte Nuovo, cancellando interi insediamenti. Da allora, la caldera è rimasta quiescente, ma mai silenziosa.

L’adattamento dei residenti

Nonostante la paura, la vita nei Campi Flegrei continua. A Pozzuoli, nei quartieri più colpiti dal bradisismo, molti residenti hanno imparato a convivere con il tremore quotidiano. Alcuni commercianti e ristoratori hanno persino trovato modi creativi per sdrammatizzare: in diversi locali, ai clienti viene offerta la possibilità di “scommettere” sull’intensità della scossa, trasformando la tensione in un rituale collettivo che esorcizza l’ansia.

Ma dietro l’ironia si nasconde un senso costante di precarietà. Le famiglie temono per la stabilità delle proprie abitazioni, mentre scuole e uffici pubblici sono spesso al centro di controlli e verifiche strutturali. L’incertezza accompagna ogni scelta, dai piani urbanistici agli investimenti turistici.

La Protezione Civile e l’INGV continuano a monitorare la caldera con una fitta rete di strumenti: sensori GPS, stazioni accelerometriche, rilevazioni geochimiche e droni per l’osservazione dall’alto. Ogni variazione del terreno, ogni incremento di gas emessi dalle fumarole della Solfatara o di Pisciarelli, viene registrato e analizzato in tempo reale.

Gli esperti sottolineano che, pur in un quadro di grande attività, non ci sono segnali certi di un’eruzione imminente. Ciò che appare più probabile, nel breve termine, è il perdurare di sciami sismici e ulteriori episodi di sollevamento del suolo. Tuttavia, il rischio resta elevato, non solo per l’eventuale risveglio vulcanico, ma anche per la densità abitativa: oltre mezzo milione di persone vive direttamente sopra la caldera, mentre l’area metropolitana di Napoli conta quasi tre milioni di abitanti.

La sfida è duplice: da un lato, garantire un sistema di monitoraggio sempre più avanzato e trasparente; dall’altro, coltivare una cultura della prevenzione tra i cittadini, perché ogni comunità esposta a rischi naturali deve essere pronta a reagire.

Il nuovo terremoto ai Campi Flegrei non è un episodio isolato, ma parte di una lunga storia di instabilità geologica che segna questo territorio unico al mondo. Tra scosse, sollevamenti e previsioni incerte, la popolazione vive in bilico tra paura e resilienza, tra la consapevolezza del rischio e la forza di andare avanti.

1 Settembre 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA