La storia della feta tra mito, gusto e geopolitica

Un viaggio che parte da Omero e arriva ai tribunali dell’Unione Europea
Il suo nome evoca Grecia, antichità, sapore e autenticità. Feta — la celebre formaggio in salamoia, bianco, friabile e sapido — affonda le sue radici literarie nell’Odissea, dove Omero cita un formaggio consumato dal ciclope Polifemo: un omaggio millenario all’importanza nella cultura ellenica.
Formalmente, il nome “feta” viene riconosciuto solo nel XVII secolo, riferito all’usanza di tagliare la cagliata in fette da conservare in barili.
Nel 2002 l’Unione Europea materializza un riconoscimento storico: la feta ottiene lo status di Denominazione di Origine Protetta (PDO). Solo la feta prodotta in Grecia, seguendo metodi tradizionali e con almeno il 70 % di latte di pecora (fino al 30 % di capra), può legittimamente portare questo nome.
Quando il formaggio diventa terreno di scontro
L’esclusiva sul nome però non è stata accolta da tutti. Paesi come Danimarca, Germania e Francia, che producevano e esportavano “feta” a base di latte vaccino o mescolato, hanno contestato il PDO, sostenendo che il nome fosse diventato generico.
Il tribunale dell’UE, dopo un ripensamento, reintroduce la protezione del nome nel 2005. La decisione è salda: la feta è legata alla Grecia e al suo patrimonio di sapori e tradizioni, non a un generico formaggio bianco.
Nel 2022, un nuovo colpo di scena: la Corte di Giustizia europea itera che anche l’uso del nome “feta” per esportazioni verso paesi terzi (dove la protezione PDO non è riconosciuta) è una violazione della normativa UE.
Gusto, nutrizione, e… dazi post-pandemia
Quanto alle caratteristiche gastronomiche, la feta moderna mantiene il profilo storico: salata, leggermente acidula, morbida ma friabile, ideale per insalate, pasticci rustici e piatti al forno.
Oggi è anche al centro di interessi economici globali. L’adozione, nel 2025, di un dazio del 10 % sugli alimenti UE da parte degli Stati Uniti mette in ansia i produttori greci: le esportazioni di feta in America, in forte crescita, rischiano di dimezzarsi.
Un patrimonio nazionale da salvaguardare
In definitiva, la feta è molto più di un semplice ingrediente: è un simbolo della Grecia, della sua cultura, della sua pastorizia. Rappresenta una battaglia per la protezione dell’identità gastronomica nel panorama globale, un capitolo non banale nella lotta tra tradizione e mercato.
La feta è un formaggio antico come la storia, giovane come il gusto che ancora lo rende protagonista. Il suo viaggio — da Omero al Parlamento UE, dai tavoli delle taverne greche ai mercati internazionali — racconta di culture che si intrecciano, di economie che si confrontano, di sapori che restano inimitabili.
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