Calcio & iGaming: la partita che l’Italia non gioca… (ancora)

Mentre il settore iGaming – in particolare legato al calcio – attraversa una fase di espansione planetaria miliardaria, l’Italia resta sullo sfondo. Le rigide normative del Decreto Dignità, i giri di vite regolatori, e la paura di un mercato nero in crescita frenano l’ingresso dei bookmaker nelle maglie delle squadre. Tuttavia, accordi indiretti e soluzioni alternative mantengono aperti i canali di integrazione tra calcio e gioco online.
Il colosso nascosto: quanto vale il gioco in Italia
L’industria del gioco d’azzardo in Italia è un settore trainante dell’economia nazionale: secondo Astute Analytica, il mercato complessivo (inclusi casinò, slot online, scommesse, bingo e lotterie) è destinato a crescere da 22,1 miliardi di euro nel 2024 a ben 61,5 miliardi entro il 2033, con un tasso annuo medio del 12,2%.
Nel solo 2024, le attività di gioco d’azzardo online hanno generato circa 1,84 miliardi di euro, grazie anche a un’adozione massiccia via smartphone (71% degli utenti). Anche il segmento dei casinò online ha registrato performance solide: a gennaio 2025, la spesa ha raggiunto 273,6 milioni di euro (+15,9% rispetto all’anno precedente)
Il contesto normativo: regole ferree, investimenti limitati
L’Italia adotta un approccio regolatorio rigoroso. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha recentemente previsto una tassa per le concessioni online di ben 7 milioni di euro – 35 volte superiore rispetto al passato – oltre a criteri molto stringenti per i licenziatari, come la verifica esterna dei sistemi informatici e nuovi standard per la gestione dei fondi dei giocatori
Nonostante queste regole abbiano lo scopo di garantire trasparenza, contribuiscono però a rallentare l’ingresso nel gioco di nuove piattaforme, favorendo un mercato ristretto e dominato da pochi operatori (come Lottomatica, Sisal, Entain)
Un’opportunità mancata: il calcio resta fuori dai grandi sponsor iGaming
A livello globale, oltre due terzi dei club delle principali leghe europee hanno almeno un contratto con un operatore di gioco, e il panorama è in continua espansione. In Italia però, il Decreto Dignità del 2018 ha vietato la pubblicità del gioco sulle maglie, “spegnendo” un canale finanziario potenziale da centinaia di milioni.
Ma i club italiani non restano immobili: le sponsorizzazioni di facciata sono diventate strategie per aggirare i blocchi. Inter utilizza Betsson.sport, Parma AdmiralBet.news e Lecce BetItalyPay – tutti marchi con legami impliciti con il betting, ma presentati come fondazioni, news o servizi di pagamento. I rischi sommersi: il mercato nero e la dipendenza nei territori
Un grande ostacolo resta il gioco illegale: secondo un report EGBA citato su Reddit, gli italiani spostano ben 25 miliardi di euro all’anno verso siti non autorizzati, con €18,5 miliardi “viaggiati” in modalità totalmente non regolamentata. Questo fenomeno, stimato in quasi 1 miliardo di euro di GGR non percepito dallo Stato, rappresenta una perdita enorme e un serio rischio per i giocatori (assenza di tutela).
A ciò si aggiungono le criticità sociali: un utente su Reddit evidenzia come il gioco d’azzardo sia sempre più alla portata dei giovanissimi, influenzati da streamer, videogame e microtransazioni; un mix pericoloso in assenza di una solida educazione finanziaria
Il bilancio tra pro e contro: il calcio italiano al bivio
Vantaggi della normativa attuale:
Contenimento del proliferare della pubblicità del gioco.
Maggiore tutela per i consumatori attraverso la regolamentazione dell’ADM.
Prevenzione dell’esposizione dei giovani a forme di dipendenza.
Svantaggi e costi indiretti:
Mancati introiti significativi per club calcistici, che potrebbero beneficiare di sponsor iGaming.
Crescita del mercato nero, meno controllato e più pericoloso per i cittadini.
Pressione su club e operatori per trovare soluzioni “creative”, ma borderline.
Se da un lato la moralità e la tutela sociale richiedono fermezza, dall’altro il mancato sfruttamento di partenariati internazionali lascia sul tavolo decine – se non centinaia – di milioni di euro che potrebbero sostenere il calcio italiano, oggi in perdita di sponsorizzazioni (circa 100 milioni annui)
L’Italia si trova dunque di fronte a una sfida cruciale: conservare i valori di tutela e trasparenza senza isolarsi da un mercato che, altrove, alimenta innovazione e risorse per lo sport. Le soluzioni esistono: riformare il quadro regolatorio per permettere partnership chiare e controllate tra calcio e iGaming, in modo da eliminare i “giochi di prestigio” e attirare investimenti legittimi, evitando di spingere i giocatori nel mercato illegale.
Il futuro del calcio italiano potrebbe giocarsi anche in questa partita: sarebbe il caso di tornare in campo.
fonti: casino.com
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