Zelus renardii, la “cimice assassina”

Un predatore dal nome evocativo, ma effettivamente controverso
Originaria del Nord America, Zelus renardii ha guadagnato in notorietà con il soprannome inquietante di “cimice assassina”, un’etichetta che riflette la sua incredibile efficienza predatoria piuttosto che una reale minaccia per l’uomo. Il suo avvento in Italia è recente ma rapido: le prime segnalazioni risalgono a circa un decennio fa, con conferme dalla zona del Lazio e proseguite verso Sud, fino a Basilicata, Sicilia, Sardegna e Liguria. Oggi, l’insetto si è stabilito tra i giardini, gli orti urbani e le siepi, specialmente nei mesi caldi, da luglio a settembre.
Predatore utile… ma con ombre
Nel mondo agricolo, la cimice svolge un ruolo prezioso: si nutre di afidi, cicaline, mosche della frutta e soprattutto della sputacchina (Philaenus spumarius), il principale vettore della Xylella fastidiosa, batterio che minaccia gli ulivi mediterranei. Per questo, alcuni centri di ricerca, fra cui l’Università di Bari, la considerano una potenziale alleata nel biocontrollo.
Tuttavia, si tratta di un predatore generalista: non fa differenze tra insetti nocivi e utili, ingerendo anche coccinelle, crisopidi e altri piccoli alleati naturali. Questo aspetto solleva dubbi tra gli entomologi: potrebbe minare gli equilibri ecologici locali, compromettendo la biodiversità degli insetti predatori autoctoni
Un incontro doloroso
Pur non aggressiva verso l’uomo, Zelus renardii può mordere se si sente minacciata, provocando un dolore intenso, spesso paragonato o superiore a una puntura d’ape o vespa
La zona del morso si gonfia, arrossa e prude: i sintomi possono durare fino a due settimane, con rari casi di febbre o reazioni allergiche lievi
Il parere medico consiglia un primo intervento domestico: lava la zona con acqua e sapone, applica ghiaccio, usa una crema antistaminica o cortisone se necessario, e considera antidolorifici da banco; consulta un medico se i sintomi persistono oltre 48 ore
Se la incontri, mantieni la calma
Qual è il modo migliore per comportarsi in caso di avvistamento, anche in casa? Innanzitutto, non serve la reazione d’istinto: l’insetto non porta malattie e non è attratto dalle abitazioni. Se lo trovi tra i panni stesi o dentro le scarpe, la procedura è semplice: usa un bicchiere o un cartoncino per catturarlo delicatamente e rimetterlo all’esterno, evitando il contatto diretto.
La diffusione in numeri e date
2013 circa: prime segnalazioni in Italia, soprattutto nel Lazio
2020: rilevazioni in Sardegna indicano una diffusione stabile sull’isola
Oggi: confermata presenza in Lazio, Liguria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e parti del Nord
Il fenomeno riflette l’effetto combinato del cambiamento climatico, dell’importazione di merci e piante ornamentali, e della capacità adattiva della specie
Prospettive e scenari futuri
L’arrivo massiccio in Europa di una specie predatrice come Zelus renardii fa emergere questioni complesse: può davvero essere un sostegno alla lotta biologica contro la Xylella? Oppure rischia di trasformarsi in un problema ecologico? La risposta richiede monitoraggi serrati, studi di impatto ambientale e una valutazione attenta dei pro e contro.
Nel frattempo, l’invito è a restare informati, segnalare avvistamenti (soprattutto con foto e coordinate), e mantenere un atteggiamento prudente ma non allarmista. In giardino come nel quotidiano, la convivenza tra uomo e insetto — anche uno dal nome “assassino” — si gioca sulla conoscenza, non sulla paura.
La “cimice assassina” è un caso di attualità che mette in luce le sfide della globalizzazione ecologica: un predatore efficiente, arrivato dal Nord America, che oggi popola i nostri orti, giardini e siepi. È capace di combattere i parassiti, ma può anche disturbare ecosystem delicati. Nonostante il suo morso doloroso, il rischio reale per l’uomo è minimo. Serve equilibrio. E consapevolezza.
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