Il tempo giusto per una spesa di condominio: tra 5 e 10 anni e scivola la prescrizione

Le “spese condominiali” sono il cuore economico della vita in comune: manutenzione, servizi, ascensori, pulizie e tanti altri costi che ogni condomino deve sostenere. Ma quanto tempo ha il condominio per chiedere il pagamento di quote non saldate? Ecco un viaggio in cui si scoprirà che il diritto a riscuotere non è eterno…
La norma sui tempi di prescrizione
Il vero punto di partenza è il Codice Civile:
Le spese ordinarie, cioè quelle periodiche – dai servizi comuni, energia, pulizie –, si prescrivono in 5 anni, poiché rientrano nella categoria delle somme “da versare periodicamente”
Le spese straordinarie, come interventi di ristrutturazione, lavori sulla facciata o sostituzione dell’impianto, hanno invece una prescrizione più lunga, pari a 10 anni
Quando inizia a scattare il conto alla rovescia
Il momento da cui si calcolano gli anni di prescrizione non è arbitrario ma scatta solo quando:
L’assemblea approva il rendiconto consuntivo, contenente l’esatta ripartizione delle spese tra i condomini
Da quel momento, l’amministratore ha 5 o 10 anni per agire legalmente. Un ritardo, e il diritto svanisce.
Atti che resettano l’orologio della prescrizione
Il termine non corre immoto: può essere interrotto (e così ricomincia a zero) se l’amministratore compie atti formalmente dichiarati, come:
- invio di lettera raccomandata di sollecito;
- addebito della quota in solleciti formali;
- avvio di decreto ingiuntivo o altra misura giudiziaria
In queste situazioni, il conteggio della prescrizione riparte dalla data dell’atto, anche se il debito è molto vecchio.
Casi particolari e rischi sottovalutati
Subentro di un nuovo proprietario: l’amministratore può agire anche sul nuovo titolare, se gli atti erano rivolti al precedente e notificati nel tempo giusto
Inquilini: quando gli oneri condominiali sono posti a carico dell’inquilino, il termine è generalmente di 5 anni, secondo l’art. 2948 c.c.
Strumenti e responsabilità
Il sistema è concepito per tutelare chi paga e chi gestisce, ma richiede rigore.
Per i condomini morosi: conoscere questi termini può essere una difesa legittima per eccepire un debito ormai prescritto.
Per gli amministratori: è fondamentale mantenere contabilità puntuali e inviare solleciti tempestivi senza lasciare che il diritto si estingua.
È un equilibrio delicato: 5 anni per la routine quotidiana, 10 per le scelte straordinarie. E l’orologio, in condominio come nei diritti, non aspetta nessuno.
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