Corto Maltese: nel cuore errante di Hugo Pratt

Un autoritratto con occhi avventurosi
In una rara intervista datata 1986, realizzata sulle tranquille rive del Lago Lemano, Hugo Pratt descrive il suo celebre alter ego con una semplicità affascinante: “Lui è alto e magro, io no”. Nel suo volto emergeva un sorriso accennato, privilegiando l’ironia all’autocelebrazione, un tratto che definisce l’intera filosofia creativa di chi, attraverso una linea, trasformava storie in poesia visiva. È da quell’intervista d’archivio che ricomincia la riflessione sul mistero umano e artistico che si cela dietro Corto Maltese.
Vita e viaggi segnati dall’Oriente all’Occidente
Nato nel 1927, Hugo Pratt visse un’esistenza nomade già in gioventù. Formatosi tra Venezia ed Etiopia, adolescente appassionato di letture e disegni, maturò anni dopo in Argentina, dove nacquero personaggi fondamentali come “Sergente Kirk” e “Ernie Pike”. Ed è nel 1967 che, su carta, prende vita Corto Maltese, protagonista della sua prima storia “Una ballata del mare salato”, considerata il primo romanzo a fumetti italiano.
Corto: capitalismo mediterraneo e anima vagabonda
Il marinaio Corto Maltese è un personaggio dallo stile inconfondibile: veste giacca nera, pantaloni ampi, camicia bianca e porta un cappello da marinaio. Il suo viso — vagamente ispirato a Burt Lancaster — è segnato da profondità e consapevolezza. È alto, la sua fisicità esile tradisce agilità e leggerezza. Il suo carattere? Cinico e freddo all’apparenza, ma permeato da ironia e solidarietà: uccide solo con peso morale, aiuta perfino chi lo osteggia, resta un vagabondo romantico e moderno.
Immaginare è vivere
Negli ultimi anni di vita, Pratt si ritirò nella tranquillità svizzera, lavorando silenziosamente sulle sue creazioni. Ma la sua mente continuava a viaggiare con libri e mappe. La sua straordinaria biblioteca — ora aperta al pubblico — comprende quasi 20.000 volumi: tra questi la sua ispirazione, dalla letteratura di viaggio alla poesia, da Shakespeare, Rimbaud, Kipling fino ad Agatha Christie. Questi libri non erano ornamento ma materia viva: annotati, sottolineati, germogli immaginativi che diedero forma a Corto Maltese.
Dal “Gruppo di Venezia” a marchio culturale
Dopo l’esperienza argentina, Pratt tornò in Italia su spinta dell’editore Ivaldi, dando vita alla rivista Kirk. Qui, sul primo numero, pubblicò la storia d’esordio di Corto. In anni successivi, affiancato da giovani talenti come Lele Vianello, perfezionò uno stile essenziale, espressivo: basta una linea per evocare vastità e mistero. Corto viaggia tra mari, deserti, città del mondo come se fosse una figura nata per raccontare la libertà.
A tre decenni dalla scomparsa, la figura di Pratt rimane tra le più influenti nella “letteratura disegnata”. Le sue opere, esposte in musei internazionali, continuano a ispirare. Tuttavia, negli ultimi anni, ha preso forma una controversia sull’eredità dell’artista: sua figlia Silvina ha sfidato la gestione delle sue opere, ora affidata alla sua storica collaboratrice, Patrizia Zanotti. Una battaglia in corso, su diritti, autenticità, memoria.
Corto oggi: un porto per chi sogna
- Nasce da un’intervista in cui Pratt interpreta il suo stesso personaggio con modestia e ironia.
- È figlio di un vissuto tra culture e letterature, cresciuto tra Africa, America e Europa.
- Ha un’identità visiva e morale chiara: elegante, scettico, generoso.
- È nato da una biblioteca piena di mondi immaginari, ora conservata in Svizzera. –
- Continua a navigare nelle nostre menti, anche nell’urgenza delle controversie ereditarie.
Corto Maltese rimane così: un richiamo alla libertà, a quella curiosità che trasforma un tratto in racconto, un viaggio in casa propria. Un eroe senza tempo disegnato con poesia.
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