Guerra in Ucraina tra offensiva russa, resilienza ucraina e diplomazia incerta

È trascorso un anno e mezzo dall’invasione: sul campo si combatte ancora – tra guadagni territoriali limitati, droni, strategie difensive – mentre la diplomazia internazionale naviga tra opportunismi, summit e pressioni crescenti. Ecco le trame di un conflitto che sembra disegnare sempre nuovi equilibri.
La dinamica attuale del fronte
Gli ultimi bollettini militari confermano una guerra di posizione, con avanzate russe marginali e attacchi su infrastrutture strategiche da parte di entrambe le parti. Secondo le valutazioni aggiornate, la Russia continua a guadagnare terreno ma a ritmo rallentato: appena 25 miglia quadrate (una Manhattan) nella scorsa settimana, a fronte di un guadagno precedente di 76 miglia quadrate
L’offensiva russa sembra orientarsi sul consolidamento di linee già esistenti, soprattutto nell’est (Donetsk, Zaporizhzhia, Luhansk), senza rapide conquiste urbane. In Donetsk, tentativi protratti su Pokrovsk, Kupyansk, Chasiv Yar non hanno prodotto risultati decisivi, evidenziando difficoltà logistiche e difensive
Parallelamente, l’Ucraina continua attacchi con droni contro infrastrutture russe, estendendo il suo raggio fino a regioni remote come la Repubblica Komi
Il cielo dell’Ucraina sotto pioggia di missili e droni
Nel corso di una sola notte – tra l’11 e il 12 agosto – la Russia ha lanciato 574 droni e 40 missili sul territorio ucraino, causando vittime e decine di feriti
Non solo difesa: anche Kiev colpisce direttamente obiettivi in Russia, con strike a raffinerie (es. vicino Rostov-on-Don, Volgograd) e infrastrutture logistiche, dimostrando capacità di proiezione e una guerra a più fronti
Diplomazia: summit mancati, pressioni e divisioni
La guerra coincide con tensioni diplomatiche altissime. Da una parte, il presidente Trump tenta di avviare un summit monumentale tra lui, Putin e Zelenskyy, rilanciando l’idea di un’intesa globale. Ma la Russia – tramite Lavrov – respinge la possibilità di un incontro bilaterale senza precondizioni favorevoli
Inoltre, l’Unione europea – attraverso la voce della sua alta rappresentante – mette in guardia sul rischio che l’offerta di pace diventi una trappola politica: accettare un cessate il fuoco con concessioni territoriali significherebbe legittimare l’aggressione russa
L’Ucraina resiste: un anno e mezzo di speranza
Il presidente Zelenskyy ha ricordato con fermezza che l’Ucraina combatterà per l’indipendenza e non intende cedere territori occupati né accettare trattative che prescindano da garanzie pesanti
La partita sul campo: scambi e falle strategiche
Il 19 agosto è avvenuto un nuovo scambio di salme tra soldati caduti, segno dell’attivismo diplomatico anche in tempo di guerra
Nel Donetsk, i russi avanzano su alcune aree ma sono ostacolati in zone fortificate come Pokrovsk. Gli ucraini, con contrattacchi locali, mantengono resistenza attiva
Ricostruzione e visione di lungo termine
A Roma, a luglio, si è tenuta l’Ukraine Recovery Conference, con impegni europei per oltre 10 miliardi di dollari in investimenti, incentrati su infrastrutture, energia, ambiente e sociale. Restano però 10 miliardi di gap finanziario per la ricostruzione 2025: la partecipazione del settore privato diventa cruciale
Ci si presenta con combattimenti stagnanti, attacchi drammatici ma mirati, tentativi diplomatici incerti e una forte spinta verso la ricostruzione. L’equilibrio tra diplomazia e resistenza militare resta fragile.
Da un lato, la Russia esercita pressione costante; dall’altro, l’Ucraina continua a difendersi e a progettare il suo futuro, nonostante l’usura del conflitto. Così, tra bombe e ponti da ricostruire, si gioca una partita che deciderà non solo i confini, ma la stessa tenuta dell’Europa di domani.
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