2:14 pm, 22 Agosto 25 calendario

Quando un superyacht non trova posto all’Elba

Di: Redazione Metrotoday
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Il lussuoso yacht This Is It ha dovuto rinunciare a ormeggiare nel porto di Portoferraio per mancanza di spazio. Una storia emblematica che svela un sistema portuale affollato, norme rigide e una domanda in crescita che mette alla prova infrastrutture e regolamenti del turismo nautico a Elba.

Un divieto inatteso sulle coste elbane

Nel bel mezzo dell’estate, quando l’Isola d’Elba brilla come meta privilegiata dell’estate nautica, This Is It, un superyacht di notevoli dimensioni, ha ricevuto un due di picche: nessuna disponibilità di ormeggio nel porto di Portoferraio. Un episodio apparentemente scontato, ma ricco di implicazioni: la crescente pressione su uno spazio già saturo tra traghetti, barche da charter e imbarcazioni private ha reso spesso impresa impossibile l’attracco dei giganti d’acqua.

Una baia sempre più affollata: traffico, regolamenti e zone ristrette

Portoferraio, centro nevralgico per chi naviga verso l’Elba, è sotto pressione già da tempo. Traffico elevato di traghetti, alta stagionalità e infrastrutture faticosamente adeguate rendono la gestione degli ormeggi una sfida quotidiana. Le autorità locali hanno implementato una zonizzazione rigida della baia, riducendo lo spazio disponibile per l’ormeggio dei diportisti, soprattutto per chi naviga su imbarcazioni di grandi dimensioni. L’ultima ristrutturazione degli accessi ha introdotto restrizioni rigide (ad esempio, zone motorizzate e aree di ancoraggio assegnate esclusivamente dalla capitaneria), costringendo i superyacht come This Is It a cercare alternative più periferiche o persino abbandonare l’Elba.

I limiti delle infrastrutture

Oltre al poco spazio, l’ingombro delle imbarcazioni di lusso sottolinea i limiti d’accesso di porti storici come quello di Portoferraio. Il patrimonio architettonico convivere con esigenze moderne non è semplice: gli approdi sono spesso datati e non progettati per navi di grandi dimensioni. A questo si aggiunge la necessità di salvaguardare il fondale e il paesaggio marino, tutelando al contempo la sicurezza degli ormeggi. Tutti elementi che elevano il tema dell’impatto ambientale e infrastrutturale nel turismo nautico di prestigio.

Alternative costose: marinai in cerca di soluzioni

Un superyacht che non può ormeggiare negli spazi tradizionali affronta costi aggiuntivi: ancoraggio in rada, traghetti via passerella o ricorso a rimorchiatori e mezzi più piccoli per far scendere a terra proprietari e ospiti. Inoltre, la prenotazione anticipata dei posti barca diventa indispensabile, ma spesso insufficiente in un mercato saturo. Per gli operatori charter, questa incertezza mina la programmazione perfetta tipica delle vacanze di lusso, con ritardi, malumori e spese extra.

L’Elba tra fascino e frizioni

Elba resta una destinazione ambita per il turismo nautico di lusso: acque cristalline, baie riparate, scorci storici unici rendono l’isola un richiamo irresistibile. Tuttavia, la nuova realtà – fatta di grandi yacht e porti non sempre pronti – svela una contraddizione: l’alto profilo dell’Elba come meta esclusiva entra in tensione con infrastrutture non all’altezza del nuovo flusso elite.

Il rifiuto di ormeggio inflitto a This Is It non è solo una storia di posti mancati, ma un campanello per tutti i gestori portuali e le autorità locali: è tempo di ripensare l’approccio al turismo nautico d’élite, investendo in infrastrutture resilienti, regolamentazioni lungimiranti e piani di sostenibilità. L’Elba può e deve restare regina del mare, a patto di farlo con equilibrio tra lusso, ambiente e sicurezza.

22 Agosto 2025
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