9:47 am, 22 Agosto 25 calendario

Mediobanca boccia l’Ops su Banca Generali e apre a MPS

Di: Redazione Metrotoday
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Nell’assemblea convocata da Mediobanca a fine agosto, gli azionisti hanno respinto la proposta di acquisizione da 6-7 miliardi di euro su Banca Generali. Il voto ha sancito una rottura strategica che favorisce indirettamente la scalata di Monte dei Paschi di Siena (MPS). Il rifiuto è guidato da famiglie influenti — come Delfin e Caltagirone — che hanno giocato ruoli decisivi negli equilibri finanziari italiani.

La svolta: l’assemblea tronca l’offerta e il progetto sfuma

Ieri l’assemblea ordinaria degli azionisti di Mediobanca ha bocciato la proposta del consiglio di amministrazione di lanciare un’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) su tutte le azioni ordinarie di Banca Generali. Il progetto — che mirava a creare uno dei più grandi gestori patrimoniali in Italia — ha raccolto solo il 35% dei voti favorevoli, contro il 10% di contrari e un 32% di astenuti, mentre circa il 78% del capitale era rappresentato in assemblea.

Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, ha definito l’esito una “opportunità mancata”, denunciando conflitti d’interesse evidenti tra gli azionisti contrari

Il consiglio, che puntava sull’Ops come baluardo contro l’assalto ostile di MPS, ha infatti visto sfumare la possibilità di costruire una difesa rafforzata con la fusione con Banca Generali

Chi ha bloccato tutto e perché

Il no è stato pilotato da famiglie influenti nel panorama finanziario italiano: Delfin (holding della famiglia Del Vecchio) e il Gruppo Caltagirone. Caltagirone ha votato contro netti (10%), mentre Delfin si è astenuta (20%)

Anche altri attori rilevanti, come le casse previdenziali (Enasarco, Enpam, Forense), Investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages) e Unicredit, hanno concorso al fronte degli astenuti.

Il rifiuto dell’Ops facilita il terreno per il tentativo di Opa su Mediobanca da parte di MPS: il gruppo senese ha già ottenuto l’adesione del 19-20% delle azioni e può avanzare più agevolmente verso il 35% necessario

Tensioni e strategie in campo

Il contesto di mercato: si tratta di uno dei colpi più significativi nel processo di consolidamento del settore bancario italiano, che ha visto in campo, oltre a Mediobanca, MPS, Banco BPM, UniCredit e Generali.

Il ruolo politico: voci di corridoio indicano un coinvolgimento sottotraccia della politica, in particolare del governo Meloni, che detiene una partecipazione in MPS, nella direzione di favorire la banca senese.

Il gergo nazionale: “gattopardismo” — cambiamento apparente che lascia inalterati i poteri reali — descrive bene il clima di apparente evoluzione che mantiene salde le alleanze di potere tra famiglie storiche e istituzioni

Il bilancio per Mediobanca

La mancata acquisizione di Banca Generali rappresenta una battuta d’arresto per il percorso strategico guidato da Nagel, volto a trasformare il gruppo in un leader del wealth management. Tra le conseguenze immediate:

  • Ripercussioni sul titolo: Mediobanca ha ceduto circa l’1,4% a Piazza Affari, mentre Banca Generali ha perso quasi il 3% del proprio valore
  • Strategia in bilico: senza Banca Generali, Mediobanca perde slancio competitivo, mentre MPS può avanzare nell’Opa senza ostacoli.
  • Guerra tra famiglie: la partita tra Del Vecchio, Caltagirone e Nagel accentua la dimensione patrimoniale e di potere, oltre che bancaria

Uno sguardo al futuro

Con i riflettori ora puntati su MPS, le prossime mosse saranno decisive: un’ Opa forzata, eventuali rilanci, manovre politiche o regolamentari potrebbero ribaltare gli equilibri. L’Italia finanziaria resta in fermento, pronta ad assistere a possibili scenari di rafforzamento o smembramento delle sue storiche istituzioni.

22 Agosto 2025
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