La chiarezza delle leggi che manca: e se il PIL italiano fosse stato più alto del 5%?

Il labirinto normativo italiano come freno alla crescita economica.
Le stime sull’impatto di una normativa chiara: +5% di PIL, pari a circa 110 miliardi di euro annui.
Le cause del degrado normativo: urgenza, politiche omnibus, linguaggio prolisso e referenze incrociate.
Gli effetti economici reali: incertezza giuridica, rallentamenti nell’investimento, limitata nascita di imprese.
Prospettive e riforme per una legge chiara che guardi alla Costituzione come modello.
Il groviglio normativo italiano: un ostacolo tangibile alla crescita
L’immagine iniziale ci mostra con chiarezza come, nel tempo, la qualità della scrittura legislativa italiana abbia subito un declino costante: norme sempre più lunghe, complesse, con termini specialistici, gerundi, frasi che superano le 25 parole — limite oltre il quale la leggibilità è compromessa.
Questa tendenza, a fronte del crescente volume di norme approvate, ha creato un quadro legale difficile da interpretare — persino per gli addetti ai lavori — trasformando la materia normativa in un labirinto privo di bussola.
Il costo macroeconomico: +5% di PIL possibile
Stima impressionante: se tutte le leggi italiane fossero scritte con la chiarezza dei principi fondamentali della Costituzione, il PIL nazionale sarebbe oggi più alto di quasi il 5%, equivalenti a circa 110 miliardi di euro all’anno.
Quasi due terzi di questo costo si sarebbero accumulati negli ultimi trent’anni, in complicità con l’uso sistematico di decretazione d’urgenza e leggi omnibus che mescolano materie senza coerenza.
Le cause anatomiche del caos normativo
- Fretta e urgenza: l’approvazione rapida di leggi durante le crisi genera testi sbilanciati e affrettati.
- Leggi omnibus: norme che incorporano temi disparati, minano la chiarezza e la coerenza.
- Sintassi complessa: l’85% delle frasi legislative supera le 25 parole; troppe referenze incrociate — oltre quattro ogni 100 parole — creano dipendenze difficili da districare.
È uno scenario che riporta a Kafka: il cittadino come Josef K., perso in un dedalo di norme poco comprensibili.
Le ripercussioni reali sull’economia
La poca chiarezza normativa alimenta l’incertezza giuridica, che ha conseguenze concrete:
- Gli investitori esitarono, l’innovazione rallenta, le nuove imprese fanno fatica a emergere.
- I costi economici si traducono in PIL mancato, crescita imprenditoriale frenata, e difficoltà a pianificare sul medio-lungo periodo.
- L’incertezza produce ritardi nei processi decisionali — dalle assunzioni agli investimenti — in particolare da parte delle piccole e medie imprese, cuore produttivo del Paese.
Il modello costituzionale: un faro normativo
La Costituzione italiana incarna un linguaggio legislativo limpido e funzionale: sintassi sobria, chiarezza d’intenti, stesura pensata per essere compresa.
Pensare a tutte le leggi italiane scritte con lo stesso rigore significa tornare a una forma di diritto davvero “statale” — che tutela, orienta, cresce — non che confonde e frena.
Visioni per il futuro: riformare per crescere
- Cosa può fare l’Italia per recuperare questa importante “quota di crescita”?:
- Riforma del testo normativo: puntare su semplicità, sintesi, coerenza.
- Manuali di linguaggio normativo: riprendere linee guida consolidate (come quelle di Cassese o Cortelazzo e Pellegrino).
- Revisione delle procedure parlamentari: ridurre la decretazione d’urgenza, bandire leggi omnibus, favorire norme mirate.
- Formazione e monitoraggio: investire nella preparazione tecnica di chi scrive legge, istituire verifiche periodiche di qualità.
- Digitalizzazione e trasparenza: strumenti informatici per navigare norme, mappe normative semplificate, consultabilità immediata.
Chiarezza come motore di crescita
Il costo economico dell’ambiguità normativa è significativo e misurabile: +5% di PIL potrebbe significare sviluppo, innovazione, occupazione, competitività.
Portare la scrittura legislativa italiana ai livelli chiari della Costituzione non è un semplice esercizio stilistico, ma una leva strategica per il rilancio produttivo del Paese.
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