8:07 pm, 22 Agosto 25 calendario

Allarme di Mario Draghi : “Europa spettatrice, non protagonista”

Di: Redazione Metrotoday
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Al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, Mario Draghi ha lanciato un monito diretto: il 2025 sarà ricordato come l’anno in cui è svanita l’illusione di un’Europa che contasse nel gioco geopolitico. Con il piglio di sempre, l’ex presidente del Consiglio ha esposto una diagnosi impietosa, un piano per reagire e un invito forte a un risveglio che non può più aspettare.

L’illusione evaporata

Draghi ha aperto il suo intervento con parole taglienti: per anni l’Unione Europea ha sopravvalutato la sua forza, confidando che la sua massa critica – 450 milioni di consumatori – garantisse automaticamente peso nelle relazioni economiche e politiche globali. Oggi, però, quell’illusione è svanita. Europa è diventata spettatrice, marginale nei negoziati, addirittura subalterna nelle dinamiche internazionali.

Draghi ha puntato il dito verso Washington: i dazi imposti dagli Stati Uniti, da sempre alleato commerciale, e la pressione ad aumentare la spesa militare hanno mostrato un’UE rassegnata, senza strumenti né strategia coerente.

Da spettatrice a protagonista: l’appello

Per Draghi, la diagnosi è chiara: l’Unione deve scrollarsi di dosso il ruolo di comprimaria. Serve una trasformazione: l’UE non può più affidarsi alla sola economia, ma deve rafforzare la sua struttura politica e strategica, accelerando le riforme economiche e rinnovando la sua leadership geopolitica.

In un clima in cui la memoria storica – la difesa della democrazia – non è più patrimonio condiviso, Draghi ha sottolineato che l’attaccamento all’idea europea oggi dipende direttamente dalla capacità di offrire speranze concrete e prospettive di crescita reale.

Europe, power and peace: dall’Ucraina alla crisi in Medio Oriente

Il richiamo si estende anche alle crisi globali: nonostante il finanziamento massiccio alla guerra in Ucraina, l’Europa rimane lontana dai tavoli della pace; stessa marginalità si ha nella crisi di Gaza. Draghi ha evidenziato come il contributo economico non si sia tradotto in peso decisivo nei negoziati.

Gli strumenti per il riscatto

Accanto alla critica, Draghi traccia le linee per una reazione:

  • Riforme economiche e strutturali: la forza economica non basta, serve un’architettura politica che permetta all’UE di agire con autonomia.
  • Riscatto della sola difesa democratica: in un’epoca in cui i valori democratici sembrano scontati, è cruciale ricostruire radici e senso di appartenenza, fondati su crescita e prospettiva

Gli orizzonti

Il discorso di Draghi si inserisce in un contesto più ampio di riflessione strategica europea. Parole che raccolgono la tradizione del “Draghi-plus”: sostenere la domanda interna europea, rilanciare investimenti pubblici e privati, eliminare la frammentazione del mercato unico

Sono riflessioni che fanno eco al suo passato: già nel 2022 proponeva l’abolizione dell’unanimità nelle decisioni di politica estera UE, per rendere l’Unione più agile e incisiva

Di recente, ha evidenziato la necessità di investire in tecnologie deep-tech, difesa integrata ed energia decarbonizzata, pensando a un’UE moderna e indipendente

Il richiamo al risveglio

Draghi ha consegnato alla platea non solo l’amarezza di una realtà debole, ma anche una chiamata alle armi civili: reagire ora significa rafforzare l’UE come attore capace di contare, trasformando le crisi in opportunità per una svolta.

L’Europa al bivio

L’Europa di oggi è posta di fronte a un bivio: continuare il declino del potere economico trasformato in impotenza politica, oppure intraprendere un nuovo percorso di riforme, coesione e rilancio strategico. Draghi ha indicato la direzione: l’UE deve rinnovarsi per recuperare il suo posto nel mondo.

Una riflessione che diventa urgente non solo per i cittadini europei, ma per la stabilità e l’equilibrio dell’intero sistema internazionale.

22 Agosto 2025
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