Tragedia al Colosseo: la guida turistica cade sotto il peso del dovere

Il malore improvviso
Martedì scorso, nel cuore pulsante del Colosseo, una tragedia ha fermato il tempo. Giovanna Maria Giammarino, guida turistica di 56 anni, stava accompagnando un gruppo di visitatori tra le arcate dell’anfiteatro quando è stata colta da un malore improvviso. Era circa le 17.30, un caldo torrido che pesava sulle pietre secolari e sugli animi degli operatori del settore. Nonostante i pronti interventi dei colleghi, dei turisti presenti e del personale del Parco Archeologico, per Giovanna non c’è stato nulla da fare. I tentativi di rianimazione, anche con defibrillatore, si sono rivelati vani.
Una dedizione quotidiana
Giammarino non era una semplice accompagnatrice: era custode viva del passato, narratrice di pietre e memorie. Colleghi e visitatori la ricordano come una persona solare, competente, appassionata del suo lavoro. Post e messaggi di cordoglio si sono moltiplicati sui social, accompagnati dalle sue foto abituali: impegnata a raccontare la storia con un sorriso affabile, sempre in sintonia con ciò che vedeva e faceva.
Soccorsi tempestivi, ma il cuore si ferma
Subito dopo l’accaduto, due turisti hanno praticato il massaggio cardiaco; nel frattempo, il personale del sito ha portato un defibrillatore. L’ambulanza è giunta in pochi minuti, ma ormai la guida era già deceduta. Un evento che evidenzia la rapidità dell’intervento ma anche i limiti della prontezza, quando la vita è già scivolata via.
Il cordoglio istituzionale e civile: monumento spento, parole accese
Il Parco Archeologico del Colosseo ha espresso «profondo cordoglio» per la tragica scomparsa, estendendo la vicinanza alla famiglia e ai colleghi. Anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sottolineato il valore umano e professionale di Giovanna, annunciando che il Colosseo sarebbe rimasto al buio quell’intera sera, alle 21, simbolo di lutto e rispetto. Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha espresso il suo dolore.
Una morte tra caldo, ritmi serrati e invisibilità
Dietro questa tragedia si apre una riflessione più profonda. Le centrali organizzazioni sindacali — Cgil, Filcams e Fp Cgil di Roma e Lazio — non hanno esitato a parlare di una “morte sul lavoro”. Richiamano il contesto di un settore che spesso ignora i ritmi, l’impatto delle temperature, le condizioni fisiche della persona che conduce tour continui sotto il sole estivo. Hanno stigmatizzato anche la decisione di non sospendere le visite guidate dopo il decesso: un richiamo, urgente, al rispetto dei sentimenti e alla tutela reale delle persone.
Il nomadismo quotidiano di una guida, tra turisti e archi medievali, si è fermato in un istante. La morte di Giovanna Maria Giammarino diventa simbolo e denuncia. Un monito a ripensare il lavoro che accoglie e rende accessibile il patrimonio, perché non resti solo un accompagnamento estetico, ma diventi tutela delle persone che lo rendono possibile. Le luci spente nel monumento sono un dolore condiviso, un invito ad accendere presto, in suo ricordo, una riflessione concreta sulle condizioni di chi lavora per trasmettere storia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA