Il morso miracoloso: quando uno squalo distrugge una tavola senza toccare il surfista

Un’onda quieta, una mattina come tante a Cabarita Beach, e poi il morso che frantuma una tavola sotto il surfista rimasto miracolosamente illeso. Un colloquio fra adrenalina e paura, tra operatori di salvataggio, esperti marini e testimoni. Cronaca di un incidente sorprendente, tra scienza, fortuna e richiami alla prudenza.
Alba di paura sul North Coast australiano
Era circa le 7:30 del mattino quando Brad Ross, surfista australiano, si trovava in acqua a Cabarita Beach. Con l’acqua all’altezza della vita, seduto sulla sua tavola, ha avvertito un colpo bruto alle spalle: uno squalo bianco di almeno cinque metri ha morso la sua tavola, spezzandola in due con un solo morso potente. Miracolosamente nessun contatto umano, nessuna lesione. La tavola, invece, è rimasta frantumata, con un enorme spazio vuoto al centro.
Stupefatti i testimoni: la tavola “esplosa” ha proiettato Ross in aria e solo dopo, emergendo, si è reso conto della devastazione. Una yoga instructor locale ha raccontato come “il board è volato in aria come se fosse esploso” mentre qualcuno gridava di rientrare in fretta verso la riva.
Subito in azione: chiusura, droni e protezione
Appena accaduto l’incidente, Surf Life Saving NSW ha chiuso immediatamente la spiaggia, non essendo in stagione presidiata. Sono state attivate misure di sicurezza: segnaletica di avviso, droni per la sorveglianza e lanciati ulteriori SMART drumlines — reti selettive pensate per catturare lo squalo senza danneggiarlo — in aggiunta alle cinque già operative nella zona. Alle 10 del mattino, uno squalo di cinque metri è stato effettivamente catturato e rilasciato dalla rete SMART, probabilmente lo stesso responsabile dell’aggressione.
Miracolo o fortuna? Il surfista illeso sul filo della sorte
L’episodio ha fatto il giro del mondo: testimoni e operatori hanno subito parlato di colpo di fortuna. Dave Rope di Surf Lifesaving Far North Coast ha sintetizzato la fortuna del giorno: “Veramente, se fossi io, tenterei la fortuna alla lotteria oggi; è un miracolo che nessuno sia rimasto ferito.”
Kelly Slater, leggenda del surf mondiale, ha definito incredibile l’evento e ha scherzato sul ruolo protettivo della tavola, che in questo caso è stata – per così dire – scudo salvavita.
Un mare condiviso: richiamo alla convivenza con il predatore
L’incidente non arriva isolato: solo due mesi prima un ragazzo di 16 anni era rimasto gravemente ferito nello stesso spot.
La zona sta attraversando una fase di maggiore presenza di squali, fenomeno correlato alla migrazione delle megattere che attira predatori in cerca di cibo. Come sottolineano vari esperti, l’aumento degli avvistamenti di squali non significa necessariamente maggiore pericolo, ma certamente solleva la necessità di una maggiore militanza nella prudenza: evitare acque non pattugliate, rispettare la segnaletica, limitare l’accesso in presenza di attività marine sospette.
Il lato umano: reazione, resilienza e comunità
Alla riva, Ross non si è mostrato traumatizzato: sorpreso, amareggiato per la tavola distrutta, ma fisicamente illeso. Il local shaper (artigiano modellatore di tavole) ha descritto la robustezza della tavola (“più pesante del normale”) e l’incredibile potenza del morso che l’ha distrutta. Kym Falvey, testimone yoga instructor, ha espresso una filosofia di rispetto per l’habitat: “Siamo noi a condividere il mare con queste creature…”.
L’evento ha riportato all’attenzione un dialogo più ampio sulla convivenza tra umani e fauna selvatica, soprattutto in aree sensibili come le coste frequentate per sport ricreativi.
L’episodio alla Cabarita Beach è il perfetto mix di rischio, fortuna e natura che ricordano a tutti noi quanto sia sottile il confine tra normalità e pericolo. Una tavola distrutta, un surfista illeso, un predatore che ricorda la sua presenza. Un insegnamento per rispettare il mare e governare la nostra curiosità con responsabilità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA