5:09 pm, 18 Agosto 25 calendario

Colombia, arrestato “El Loco”: il coccodrillo usato per far sparire i nemici

Di: Redazione Metrotoday
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In un’operazione congiunta tra la Polizia Nazionale e la Marina colombiana, Roberto Zuluaga Arroyo, noto come “El Loco”, è stato arrestato nel quartiere Viento Libre della comuna 4 a Buenaventura, porto strategico sul Pacifico colombiano. Arroyo era collaboratore dell’organizzazione criminale Los Espartanos, storici rivali del gruppo Los Shottas, impegnati in una guerra per il controllo dei traffici illeciti nel porto più rilevante della regione.

Accusato di omicidio, traffico di stupefacenti e sfruttamento illegale di risorse naturali, viene contestato anche l’uso di un metodo tanto macabro quanto originale per far sparire le sue vittime: un coccodrillo, sequestrato durante precedenti operazioni, con cui si ritiene “El Loco” abbia sommerso corpi e indizi, rendendo estremamente complessa l’investigazione.

L’impiego di un animale predatore in attività delittuose non è un nuovo fenomeno nel panorama criminale latinoamericano. Già nel Bronx, un quartiere degradato di Bogotá, circolava la leggenda di “Pepe”, un coccodrillo – prima solo testimonianze, poi una fotografia non verificata – che sarebbe stato utilizzato da una gang per disporre dei cadaveri. Sebbene il caso fosse rimasto nell’ambito del folklore urbano, l’arresto di “El Loco” dà ora sostanza a una leggenda cupa.

Los Espartanos, di origine paramilitare, operano con una struttura violenta e ramificata. La loro rivalità con i Los Shottas ha generato una spirale di sparizioni e omicidi nel porto di Buenaventura, amplificata dallo sfruttamento del traffico di droga e delle risorse naturali della regione sudoccidentale colombiana.

L’uso improprio della fauna non solo mostra la ferocia di certi gruppi, ma evidenzia anche l’intreccio tra violenza e impiego strumentale dell’ambiente naturale. Il sequestro stesso del coccodrillo indica anche un reato ambientale: lo sfruttamento illecito delle risorse che si aggiunge al già lungo elenco di accuse contro “El Loco”.

Reazione delle autorità e impatto sull’opinione pubblica

Il tenente colonnello Daniel Peralta, comandante (e) del distretto speciale di polizia di Buenaventura, ha sottolineato la gravità del modus operandi utilizzato da Arroyo. Le autorità hanno provato imbarazzo e una certa incredulità nel constatare che un animale, tradizionalmente simbolo di predazione naturale, veniva “arruolato” per la violenza e la criminalità.

Questi eventi gettano una luce sinistra sul contesto socio-criminale di Buenaventura, dove la giustizia fatica a prevalere e dove la linea tra mito e realtà si fa inquietantemente sottile.

La denuncia e le prospettive future

Il caso di “El Loco” e del coccodrillo segna una svolta nelle investigazioni legate alle sparizioni forzate in Colombia. La magistratura dovrà affrontare proces­sualmente un imputato accusato non solo di omicidio e traffico, ma anche di aver impiegato un animale per occultare prove e vittime. Sul piano simbolico, è una battuta d’arresto per l’irresponsabilità ambientale, di cui il traffico illegale di fauna è solo la punta di un iceberg.

Per la popolazione di Buenaventura – già segnata da povertà, violenza e pressioni territoriali – questo episodio rappresenta un ulteriore trauma. Tuttavia, l’arresto può scatenare un momento di riflessione su sicurezza, tutela ambientale, impunità e la necessità di rovesciare il potere dei gruppi armati.

L’arresto di Robinson Zuluaga Arroyo, alias “El Loco”, apre un capitolo dal tono quasi surreale: la criminalità organizzata che si serve di un predatore per cancellare le tracce dei propri crimini. È un caso emblematico, che unisce il dramma dei desaparecidos colombiani alla brutalità di una strategia criminale insolitamente crudele.

18 Agosto 2025
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