7:21 am, 18 Agosto 25 calendario

105 anni e subito in piedi: l’operazione al femore che sfida gli stereotipi dell’età

Di: Redazione Metrotoday
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Una donna ultracentenaria operata con successo a Vercelli torna a casa dopo sei giorni: un caso clinico che racconta non solo l’eccellenza sanitaria ma anche il valore della medicina geriatrica, della chirurgia tempestiva e del lavoro multidisciplinare.

Un caso che sorprende la medicina

Amelia Bedendi, 105 anni a settembre, è stata sottoposta a un intervento chirurgico per la frattura del femore presso l’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. Operata a luglio, è stata dimessa già dopo sei giorni, in condizioni cliniche stabili e con un recupero funzionale che ha lasciato sorpresi i suoi medici. Una storia che sfida pregiudizi sull’età avanzata come limite per la chirurgia.

Dietro il successo: valutazione e intervento tempestivo

Il team guidato dal chirurgo Domenico Aloj ha fatto della valutazione pre-operatoria accurata e della tempestività il cuore dell’approccio. L’intervento, eseguito in tempi rapidi e con modalità adeguate all’età della paziente, si è svolto senza complicazioni gravi e ha beneficiato di un decorso post-operatorio straordinariamente favorevole.

Medicina geriatrica in azione

La vera forza di questa storia risiede nella sinergia tra discipline: ortopedia, geriatria, anestesia, fisioterapia e assistenza infermieristica, coordinate per garantire una riabilitazione rapida. Questo modello multidisciplinare, applicato anche in altre esperienze simili, dimostra come l’intervento precoce nei casi di frattura femorale sia spesso cruciale per il buon esito clinico, anche nei molto anziani.

Oltre i numeri: cosa insegna la scienza

Statistiche internazionali mostrano che la mortalità a un anno dopo frattura dell’anca in altre fasce d’età avanzata è elevata, ma gli studi evidenziano che l’operazione chirurgica, se eseguita nei tempi giusti, può ridurre significativamente i rischi. Anche per pazienti over 90 i tassi di sopravvivenza possono superare quelli della popolazione generale, grazie a rigida selezione clinica e protocolli di assistenza mirata. Interventi eseguiti entro 48 ore dalla frattura riducono mortalità e complicanze.

Età non è destino: la resilienza come protagonista

Amelia non è solo una “paziente anziana”, ma un simbolo della resilienza umano-sanitario. La sua storia è un tributo a una vita lunga, vissuta con dignità e profondità, attraversata da epoche storiche e momenti personali importanti. È una testimonianza potente delle potenzialità dell’invecchiare con pienezza, grazie anche alla medicina moderna.

Ripensare la geriatra: ospedale e territorio in rete

Il successo dell’intervento mette in luce il valore delle cure territoriali integrate: dimettere un ultracentenario sano e autonomo significa restituirgli vita e dignità, alleggerendo anche la pressione sulle strutture ospedaliere. Il modello ospedale-RSA funziona quando la rete è forte e la persona resta al centro.

Un modello per il futuro clinico

Il caso di Amelia rappresenta un modello da replicare nel sistema sanitario. Non è solo un fatto di età anagrafica: è il risultato di un sistema che sa bilanciare sicurezza, innovazione, rapidità e umanità. È il futuro della chirurgia geriatrica e della cura proattiva nelle fasce più fragili della popolazione.

La storia di Amelia Bedendi racconta molto più di un’operazione riuscita: racconta che i limiti sono culturali, non biologici. Che la cura, se tempestiva e appropriata, non conosce età. E che la medicina può rinnovare la speranza, anche dopo un secolo di vita.

18 Agosto 2025
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