8:03 pm, 13 Agosto 25 calendario

Dopo l’eruzione, Pompei divenne una ‘favela’ romana

Di: Redazione Metrotoday
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Quando si pensa a Pompei, l’immagine che si presenta è quella di strade lastricate, eleganti domus, mosaici raffinati e affreschi dai colori vividi, tutti cristallizzati dal tempo a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Tuttavia, una recente scoperta archeologica sta cambiando questa narrativa: Pompei non scomparve completamente dopo il disastro. Infatti, alcuni sopravvissuti tornarono a vivere tra le rovine, trasformando la città in un insediamento precario e informale, simile a una “favela” ante litteram.

Oggi, il Parco Archeologico di Pompei è Patrimonio dell’Umanità UNESCO e attrae milioni di visitatori desiderosi di esplorare i resti di una civiltà antica. La recente scoperta nell’Insula Meridionalis, nella parte sud del parco, ha rivelato segni inequivocabili di una rioccupazione post-eruzione. Gli archeologi hanno trovato non ricostruzioni grandiose, ma adattamenti funzionali, come piani superiori riutilizzati come alloggi d’emergenza e pianterreni trasformati in spazi di lavoro.

Secondo Gabriel Zuchtriegel, direttore del sito, “la Pompei post-79 riemerge come una sorta di accampamento, una favela tra le rovine ancora riconoscibili della città che fu.” Questa visione rompe con l’immagine idealizzata di Pompei e svela la realtà di un luogo che ha cercato di sopravvivere in un contesto disordinato e resiliente.

Chi abitava la “nuova” Pompei

Gli abitanti della Pompei ricostruita rimangono un mistero. Molti di loro erano probabilmente ex residenti che, dopo aver perso tutto, tornarono per cercare ciò che era rimasto o per coltivare la terra circostante. Altri potrebbero essere stati migranti, persone senza radici che vedevano nelle rovine un’opportunità di insediamento a basso costo. Alcuni potrebbero aver cercato oggetti di valore rimasti sepolti, un’attività che poteva rappresentare l’unica fonte di sostentamento in un contesto così difficile.

La vita in questa nuova Pompei deve essere stata estremamente dura. Le strade erano ricoperte di detriti, gli edifici parzialmente crollati, e le fontane e le terme non funzionavano più. Invece dei mercati affollati, gli abitanti vivevano in piccoli spazi domestici dove si panificava o si macinava il grano.

Una storia che dura secoli

Malgrado le avversità, questa comunità riuscì a creare un proprio ritmo di vita, caratterizzato da lavori manuali e rapporti di vicinato. Gli studi archeologici suggeriscono che l’insediamento di fortuna non fu un fenomeno temporaneo. La rioccupazione di Pompei potrebbe essere durata fino al V secolo, quando un nuovo evento vulcanico, noto come eruzione di Pollena, portò all’abbandono definitivo della città.

Ciò implica che Pompei, per quasi quattro secoli, non fu solo un sito “congelato” nel tempo, ma anche un luogo vissuto, seppure ai margini della società romana.

13 Agosto 2025 ( modificato il 11 Agosto 2025 | 20:21 )
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