IL LOOPING DELLE MASSE: “Tra l’appartenenza e la perdita di Sé …”

E se quello che chiami “tu” fosse solo una ripetizione di schemi? … Dopotutto, cosa ha guidato le nostre scelte?
Nel linguaggio della programmazione, un looping è la ripetizione continua di comandi fino a quando qualcosa di esterno non lo interrompe. Questa metafora si adatta con precisione a molti comportamenti collettivi attuali, in cui le scelte vengono fatte non per consapevolezza, ma per contagio. L’individualità si diluisce nella forza delle abitudini altrui.
Viviamo immersi in onde di ripetizione estetica, simbolica, religiosa e politica — standard di bellezza, parole riciclate, credenze automatizzate, bandiere ideologiche brandite. Non c’è nulla di sbagliato nell’aderire a ciò che ci ispira; il pericolo sorge quando non sappiamo più perché seguiamo. In molti casi, non scegliamo — semplicemente imitiamo. La bellezza, la fede e le posizioni che dovrebbero rivelarci finiscono per servire più come una password di appartenenza che come una genuina espressione dell’anima. I social media, simulando una presenza collettiva, amplificano questo looping e rafforzano la sensazione di appartenere, anche senza presenza fisica.
La Psicologia delle Masse lo indicava già: quando siamo immersi nel gruppo, tendiamo a rinunciare al pensiero critico. Seguire il flusso dà una sensazione di rifugio, come se il collettivo ci blindasse dall’angoscia esistenziale. Questo comportamento ha radici ancestrali. Essere soli, in natura, è sempre stato rischioso. Nella modernità, questa logica si traduce in movimenti di massa, comportamenti virali e opinioni preconfezionate — forme di camuffamento sociale.
La filosofia esistenzialista ci avverte che la libertà, sebbene desiderata, è anche opprimente. Decidere per sé richiede coraggio. È più facile seguire ciò che è già stabilito. Heidegger lo chiamava “vita inautentica”: un’esistenza guidata dall’impersonale — ciò che “si fa”, “si pensa”, “si dice”.
Ma c’è un costo silenzioso in questo comfort: l’allontanamento da sé stessi. Più ci confondiamo con il gruppo, più difficile diventa ascoltare la propria voce. E, in questo processo, il soggetto smette di vivere per convinzione e passa a reagire per inerzia — non vive, è vissuto.
Rompere il looping non significa allontanarsi dal mondo. È solo tornare ad ascoltare la propria voce. Il looping delle masse, quindi, è più di una metafora digitale — è una dinamica psichica, sociale e filosofica, nella quale il soggetto abdica alla critica, al pensiero e all’esistenza autentica in cambio di appartenenza. Si rifugia nel gruppo per non affrontare il vuoto di sé stesso.
“Avendo occhi, non vedete? E avendo orecchi, non udite?” (Marco 8:18)
© RIPRODUZIONE RISERVATA