I viaggi mentali ringiovaniscono i ricordi sbiaditi e la nostra percezione della memoria

Un recente studio condotto dall’Università di Ratisbona ha dimostrato che i ricordi sbiaditi possono essere ripristinati attraverso un “viaggio mentale” nel tempo, riportando alla luce le emozioni e le sensazioni originali associate a quegli eventi. Pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas, questo esperimento ha coinvolto oltre 1.200 volontari, ai quali è stato chiesto di memorizzare una lista di parole o un brano per poi richiamarne il ricordo dopo varie tempistiche: quattro ore, ventiquattro ore e sette giorni.
I risultati sono sorprendenti: il viaggio mentale nel passato ha la capacità di ringiovanire i ricordi, riportandoli al loro stato originale e rendendoli recuperabili con la stessa facilità dei ricordi appena formati. Non solo, ma è stata osservata anche una ripresa della velocità con cui tendiamo a dimenticare le informazioni, che è massima nei primi giorni dopo l’immagazzinamento e poi si stabilizza su periodi di tempo più lunghi.
I ricercatori hanno paragonato questo fenomeno al mito di Sisifo, che è condannato a ripetere un ciclo infinito di sforzi senza fine. Le scoperte suggeriscono che i vecchi ricordi possono essere ripristinati, aprendo nuove strade per la comprensione della memoria. Ulteriori ricerche potrebbero rivelare se sia più facile recuperare i ricordi autobiografici, che sono spesso legati a esperienze di vita cariche di emozioni, rispetto a semplici elenchi di parole memorizzate in laboratorio.
Questo studio non solo offre un nuovo modo di vedere la nostra memoria, ma potrebbe anche avere implicazioni significative per la terapia psicologica e il trattamento di disturbi legati alla memoria. La possibilità di rivivere emozioni passate potrebbe aiutare a rielaborare esperienze difficili e rafforzare la nostra identità attraverso il recupero dei ricordi.
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