Matteo Ricci, le Marche, le tensioni politiche e l’ombra del caso affidopoli

La campagna elettorale per le elezioni regionali del 2025 nelle Marche appare complicarsi per il candidato presidente del centrosinistra, Matteo Ricci, accreditato fino a ieri per il successo finale dai sondaggi e ora indagato dalla Procura . Su sua esplicita pubblica richiesta, l’udienza per fornire tutti gli elementi del caso, è stata fissata per il 30 luglio, ma il Partito Democratico (Pd) ha già confermato il suo sostegno a Ricci. Il Movimento 5 Stelle, al contrario, ha scelto di prendere del tempo per esaminare la situazione, senza escludere un possibile ritiro del proprio.
L’inchiesta è legata al caso affidopoli, riguardante affidi diretti decisi dal Comune di Pesaro durante il mandato di Ricci. Secondo le ipotesi di accusa, Ricci avrebbe ottenuto “popolarità e consenso” personale, mentre i dirigenti comunali coinvolti avrebbero beneficiato economicamente. Ma, ci chiediamo, qual è la finalità ultima di un uomo politico, rappresentante delle Istituzioni, se non quello di volere godere del consenso dei propri elettori, anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche?
Non è da dimenticare che durante il mandato di Matteo Ricci, quale Primo Cittadino di Pesaro, il capoluogo marchigiano ha goduto e beneficiato del prestigioso riconoscimento “Capitale della Cultura“
Di recente Ricci ha rivelato che l’influente commentatore politico della destra democratica, Italo Bocchino, appariva essere a conoscenza in anticipo dell’avviso di garanzia ricevuto, già un mese e mezzo prima della sua divulgazione, affermando: “Intanto mi faceva attaccare dai giornali di destra.” sollevando sospetti sulla possibilità di un’operazione politica contro di lui.
Ricci ha poi sottolineato che la questione della giustizia e della semplificazione della Pubblica Amministrazione deve essere affrontata dal Pd, poiché è cruciale per il futuro del partito.
Come sindaco di Pesaro, Ricci ha partecipato a numerosi dibattiti sull’abuso d’ufficio, un reato che ha generato polemiche e richieste di riforma da parte di sindaci di entrambi gli schieramenti politici. La sua posizione è chiara: l’abuso d’ufficio deve essere riformato per garantire una maggiore legalità e non ostacolare l’operato degli amministratori locali.
Le tensioni interne al Pd potrebbero avere ripercussioni sulla campagna elettorale e sulle posizioni politiche riguardanti le riforme necessarie nel sistema giuridico italiano. Ricci spera che il partito riesca a trovare un orientamento unitario su queste tematiche, per affrontare lo schieramento della destra e rispondere alle sfide del futuro.
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