Privatizzazione del 15% di Mps: inchiesta a Milano e anomalie nella vendita

Nel novembre 2024, il ministero del Tesoro ha ceduto il 15% di Monte dei Paschi di Siena (Mps) a quattro investitori: Banco Bpm, Caltagirone, Delfin e Anima. Tuttavia, le modalità di questa operazione sono attualmente sotto inchiesta dalla Procura di Milano, a causa di anomalie sospette emerse durante la procedura di vendita.
La transazione, coordinata da Banca Akros, ha sollevato interrogativi a causa delle quattro offerte identiche ricevute in soli nove minuti. La Procura ha richiesto alla Guardia di Finanza di esaminare la documentazione, senza però rivelare ipotesi di reato specifiche, sebbene vi siano preoccupazioni riguardanti pratiche di aggiotaggio e ostacoli alle autorità di vigilanza.
Per rispettare la richiesta della Commissione Europea di ridurre la partecipazione pubblica sotto il 20%, il Tesoro ha incaricato Banca Akros di gestire la vendita del 15% di Mps attraverso una procedura di Accelerated Book Building (ABB), che consente di cedere grandi quote a investitori istituzionali in un breve lasso di tempo e senza obblighi di pubblicità. Tuttavia, Banca Akros, un istituto di piccole dimensioni, non ha precedenti in operazioni di tale portata, accrescendo le preoccupazioni sul suo ruolo.
Un’altra anomalia riguarda il numero limitato di investitori invitati: solo Banco Bpm, Anima, Caltagirone e Delfin sono stati coinvolti, contrariamente a precedenti vendite che avevano coinvolto un centinaio di investitori istituzionali. Questo ha sollevato dubbi sull’equità del processo e sulla potenziale influenza del governo nell’orientare le scelte di investimento, visto che i soggetti coinvolti sono anche posizionati in altre importanti istituzioni finanziarie.
Infine, la coincidenza che tutti e quattro gli investitori abbiano presentato un’offerta identica, con un premio del 5% sul valore di Mps, in soli nove minuti ha destato sospetti e sollevato interrogativi sulla trasparenza dell’intera operazione.
Queste anomalie potrebbero avere ripercussioni significative non solo su Monte dei Paschi di Siena, ma anche sull’intero sistema bancario italiano, già in una fase di delicata transizione.
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