Immigrati deportati a Guantanamo: Casa Bianca smentisce le affermazioni del Washington Post

La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha smentito le affermazioni contenute in un articolo del Washington Post riguardanti il possibile trasferimento di cittadini di paesi alleati a Guantanamo, definendole “fake news”. In un post su X, Leavitt ha commentato l’articolo condividendo solo l’immagine pubblicata dal quotidiano con il titolo originale.
Secondo quanto riportato dal Washington Post, le operazioni di deportazione dovrebbero iniziare a breve e coinvolgerebbero anche cittadini italiani. Tuttavia, il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, ha rassicurato l’amministrazione statunitense, affermando che l’Italia è pronta a “riprendere i propri cittadini nel pieno rispetto dei loro diritti”. In un’intervista a ‘Non stop news’ su Rtl 102.5, ha dichiarato: “Non vi è possibilità che gli italiani siano trasferiti a Guantanamo, non c’è da allarmarsi. Siamo disponibili a rimpatriare gli irregolari”.
Tajani ha anche annunciato una telefonata con il segretario di Stato americano Marco Rubio per discutere ulteriormente la questione. “Le nostre ambasciate e consolati negli Stati Uniti sono al lavoro, quindi possiamo essere relativamente tranquilli”, ha aggiunto il ministro durante un intervento a ‘Italia Europa’ del Tg2.
In merito alla questione, Tajani ha sottolineato che si tratta di un articolo di giornale e che le prime informazioni dal dipartimento per la sicurezza nazionale indicano che Guantanamo potrebbe essere utilizzata per clandestini provenienti da paesi che non accettano i rimpatri dagli Stati Uniti. L’Italia ha già comunicato la sua disponibilità a riprendere i cittadini italiani irregolari, garantendo il rispetto dei loro diritti individuali e dell’assistenza consolare, quindi non dovrebbero sorgere problemi per i cittadini italiani.
Il piano Usa per Guantanamo Secondo il Washington Post, gli stranieri sotto esame provengono da paesi come Regno Unito, Italia, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Lituania, Polonia, Turchia e Ucraina, oltre a paesi extraeuropei, tra cui molti provenienti da Haiti. Il WP si basa su documenti condivisi da fonti anonime e sottolinea che il tema è considerato “altamente sensibile”. Tutti i soggetti coinvolti nell’operazione sono considerati immigrati illegali dalle autorità. Diverse nazioni hanno espresso la disponibilità a riportare a casa i propri cittadini, ma secondo il Dipartimento della Sicurezza interna, non avrebbero compiuto i passi necessari in tempi adeguati.
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