Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna: un appello per un’assistenza completa e integrata

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna, che si celebra il primo mercoledì di maggio, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO) sottolinea l’importanza di un’assistenza sanitaria che includa non solo gli aspetti fisici, ma anche quelli emotivi e sociali delle donne. La depressione, l’ansia e i disturbi alimentari colpiscono maggiormente le donne rispetto agli uomini, a causa di fattori sociali, biologici e psicologici, tra cui i ruoli di genere, la violenza domestica e i cambiamenti ormonali. Durante periodi di grande cambiamento, come la maternità, la vulnerabilità delle donne può aumentare significativamente.
L’importanza della salute mentale durante la maternità
Elio Lopresti, Tesoriere della FNOPO, afferma che la maternità ha subito trasformazioni significative nel corso della storia, passando da un obbligo sociale e biologico a una scelta più consapevole. Oggi, le madri si trovano a dover bilanciare realizzazione personale, carriera e aspettative culturali, spesso in un contesto di supporto sanitario e sociale frammentario. Un report di Save the Children descrive le madri italiane come “Equilibriste”, che cercano di conciliare lavoro e responsabilità familiari senza condizioni favorevoli, costringendole a diventare eroine nel mantenere un equilibrio tra vita professionale e cura dei figli.
Le sfide della salute mentale materna
Le pressioni costanti a cui le donne sono sottoposte, se affrontate senza il giusto supporto, possono portare a stress cronico e disagio emotivo. Nonostante la salute mentale materna sia un tema spesso sottovalutato e stigmatizzato, disturbi come ansia, depressione e stress post-traumatico possono manifestarsi in gravidanza o nel periodo postnatale, influenzando profondamente il benessere della madre, della coppia e lo sviluppo del legame madre-bambino.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa il 10% delle donne soffre di disturbi mentali durante la gravidanza e il 13% nel periodo postnatale, con percentuali che possono arrivare fino al 20% nei Paesi a basso reddito. In Italia, stime recenti indicano che il 12-15% delle neomamme sviluppa sintomi depressivi nel primo anno di vita del bambino, con un picco tra le 6 e le 12 settimane dopo il parto.
Il ruolo cruciale degli ostetrici
In questo contesto, gli ostetrici giocano un ruolo fondamentale nell’assistenza alle donne e alle famiglie. La loro formazione consente di accompagnare le donne durante l’intero arco riproduttivo, individuando precocemente segni di disagio e fragilità emotiva. Offrendo supporto, ascolto e orientamento verso percorsi multidisciplinari, possono contribuire significativamente alla prevenzione e promozione della salute mentale perinatale.
Una delle pratiche più promettenti è l’home visiting, ovvero le visite domiciliari da parte di ostetriche nel periodo postnatale. Paesi come Svezia e Norvegia hanno dimostrato che questo approccio riduce l’incidenza dei disturbi perinatali e migliora il legame madre-bambino. In Italia, si spera che tali modelli assistenziali vengano estesi a livello nazionale entro il 2026, eliminando le disparità di salute tra nord e sud.
Verso un’assistenza sanitaria completa
Promuovere la salute mentale materna significa riconoscere alle donne il diritto a un’assistenza veramente completa. Lopresti sottolinea che è essenziale che le istituzioni sanitarie promuovano una visione sistemica del percorso nascita, in cui la salute mentale materna sia una priorità pubblica. Solo con investimenti strutturali nella figura degli ostetrici sarà possibile costruire un sistema di supporto che non lasci sole le madri nei momenti più delicati della loro vita, trasformando la maternità in un’esperienza di cura condivisa e sostenuta.
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