Diritto alla carriera: gli assistenti giudiziari rivendicano il riconoscimento e la progressione professionale

Negli ultimi giorni si è discusso ampiamente della firma del contratto collettivo, tuttavia gli Assistenti Giudiziari sono stati sorprendentemente esclusi dalla discussione e dai comunicati sindacali. Questa mancanza di visibilità ha portato alcuni organi di stampa a definirli il “gradino più basso dei dipendenti ministeriali”, mostrando una profonda ignoranza sulla situazione, forse a causa di incomprensioni!
Il Comitato rappresentante degli 8.000 Assistenti Giudiziari ribadisce con forza il loro diritto alla carriera. Dopo anni di duro lavoro e impegno, essi reclamano una crescita professionale come riconoscimento meritato della loro competenza e della capacità di formare altre figure professionali. È importante sottolineare che, a differenza di altri ministeri e della Pubblica Amministrazione in generale, negli ultimi anni non sono state garantite riserve di posti per le qualifiche superiori a quella degli Assistenti Giudiziari nei bandi di concorso.
Con la forza dei 8.000 lavoratori della categoria degli Assistenti Giudiziari, il Comitato invia un appello deciso per ottenere un diritto a lungo negato, sperando che ora venga finalmente ascoltato. Non vogliono creare conflitti con altre professionalità all’interno del Ministero, ma rivendicano il diritto alla progressione professionale e la possibilità di accedere alla Terza Area. Se le opportunità per accedere a ruoli superiori vengono concesse solo in misura limitata o non vengono offerte in modo equo agli Assistenti Giudiziari, ciò costituirebbe un’ulteriore ingiustizia nei confronti di questa categoria professionale.
Il “Comitato Assistenti Giudiziari – Uniti si vince” auspica che il loro appello venga ascoltato e che venga finalmente riconosciuto il loro diritto alla progressione e alla valorizzazione della loro professione.
Oltre all’unificazione dei profili professionali, il punto cruciale della vertenza è l’ampliamento della Terza Area, fondamentale per garantire a tutti gli Assistenti Giudiziari il legittimo diritto alla progressione professionale. Prima di procedere con nuove assunzioni che limiterebbero i posti disponibili, è fondamentale soddisfare le aspirazioni dei lavoratori attuali, consentendo loro di accedere all’Area successiva.
Il “Comitato degli Assistenti Giudiziari – Uniti si vince” chiede con fermezza che entro il 30 giugno 2026 tutti gli Assistenti Giudiziari possano transitare in Terza Area, considerando i pensionamenti previsti per il 2024 e gli anni successivi. Il Comitato si rivolge alla Parte Pubblica e ai Vertici Ministeriali, sottolineando il ruolo cruciale svolto dagli Assistenti Giudiziari e il loro diritto alla progressione di carriera.
È richiesto un intervento straordinario del Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni, e del Governo per evitare ulteriori ingiustizie nei confronti di questa categoria di lavoratori. Il Comitato evidenzia l’anzianità di servizio degli Assistenti Giudiziari, che va dai 5 ai oltre 30 anni, e la necessità di riconoscere il peso dell’anzianità nel processo di progressione professionale.
La determinazione e l’unità di intenti emerse durante le riunioni online del Comitato dimostrano la ferma volontà di ottenere il riconoscimento del diritto alla carriera. Gli aderenti al Comitato stanno pianificando azioni di agitazione permanente fino al riconoscimento del loro legittimo diritto.
La coesione e la determinazione mostrate dal “Comitato degli Assistenti Giudiziari – Uniti si vince” rappresentano una svolta significativa e condizioneranno le scelte degli Assistenti Giudiziari nelle prossime elezioni delle RSU. Il messaggio è chiaro: la lotta per il riconoscimento professionale è prioritaria e non verrà interrotta fino a quando non sarà raggiunto l’obiettivo desiderato.
La proposta di unificare i profili di assistente giudiziario e cancelliere esperto, sebbene possa essere considerata un punto di partenza, non risulta sufficiente per sanare le ferite provocate anni di mancato riconoscimento del diritto alla carriera. La proposta di unificazione è vista come un palliativo inutile, considerando che le attività svolte dai due profili sono state simili sin dal 2010.
È sconcertante notare la mancanza di unità d’intenti in merito a questa unificazione, con sindacalisti che non si oppongono a tale proposta. Questo atteggiamento crea perplessità, specialmente considerando che l’unificazione rappresenterebbe un passo avanti nel riconoscimento dei diritti lavorativi degli assistenti giudiziari. Al contrario, il mancato accorpamento dei profili potrebbe pregiudicare il passaggio in Terza Area per questa categoria professionale.
Le proposte sindacali che collocano gli Assistenti Giudiziari contemporaneamente in Seconda e Terza Area appaiono ancor più incomprensibili. Tale situazione lascia trasparire una mancanza di considerazione e rispetto da parte di alcuni sindacati nei confronti degli assistenti giudiziari, generando frustrazione e rabbia all’interno della categoria.
Il Comitato degli Assistenti Giudiziari rimane saldo nella sua richiesta di giustizia e riconoscimento professionale, continuando la lotta per ottenere una progressione di carriera equa e meritata per tutti i lavoratori coinvolti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA