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11:15 pm, 18 Novembre 24 calendario
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Violazione dell’embargo sulle armi in Sudan: Amnesty International rivela l’utilizzo di sistemi militari francesi nel conflitto in corso

Di: Niccolò Mei
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Amnesty International ha reso pubblica una nuova indagine che mette in luce l’impiego sul campo di battaglia in Sudan di tecnologie militari di fabbricazione francese, integrate in veicoli corazzati utilizzati per il trasporto delle truppe e prodotti negli Emirati Arabi Uniti. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, ciò costituirebbe una probabile violazione dell’embargo sulle armi imposto dalle Nazioni Unite per il Darfur.

In un rapporto pubblicato nel luglio di quest’anno, Amnesty International aveva già individuato veicoli corazzati per il trasporto truppe, fabbricati negli Emirati Arabi Uniti, in varie regioni del Sudan. La nuova ricerca ha confermato che questi veicoli, utilizzati dai paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (FSR), sono equipaggiati con sofisticati sistemi di difesa reattiva progettati e prodotti in Francia.

I veicoli corazzati Nimr Ajban, prodotti negli Emirati Arabi Uniti dal gruppo Edge, sono dotati del sistema Galix, di produzione francese. Attraverso immagini condivise sui social media e verificate da Amnesty International, è stato possibile confermare la presenza del sistema Galix su diversi veicoli corazzati Nimr Ajban distrutti o catturati dalle forze armate regolari, le Forze Armate Sudanesi (FAS).

Questa rivelazione solleva seri interrogativi sull’effettiva applicazione dell’embargo sulle armi e sulla responsabilità delle parti coinvolte nel conflitto in corso in Sudan. Amnesty International continua a monitorare da vicino la situazione e a chiedere un’indagine approfondita per garantire il rispetto dei diritti umani e delle normative internazionali in un contesto così delicato e problematico.

Il sistema Galix, prodotto dalla Lacroix Defense e progettato in collaborazione con Nexter (ora KNDS France), si sta facendo sempre più notare nel contesto del conflitto in Sudan. Questo sistema di difesa per unità militari, noto per il rilascio di esche, fumo e proiettili per contrastare minacce ravvicinate, ha attirato l’attenzione di Amnesty International. L’organizzazione ha evidenziato il flusso costante di armi in Sudan e ha specificamente menzionato l’utilizzo del sistema Galix in questo contesto.

Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha sollevato preoccupazioni sul fatto che armi progettate e fabbricate in Francia, come il sistema Galix, siano attivamente impiegate sul campo di battaglia in Sudan. Callamard ha sottolineato che l’utilizzo del sistema Galix da parte delle Fsr in Darfur rappresenta una chiara violazione dell’embargo sulle armi delle Nazioni Unite. Ha esortato il governo francese a intervenire affinché la Lacroix Defense e KNDS France interrompano immediatamente la fornitura di questo sistema agli Emirati Arabi Uniti.

Amnesty International ha già richiamato l’attenzione sulle sofferenze umane causate dal flusso incontrollato di armi in Sudan e ha chiesto a tutti gli stati di cessare le forniture dirette e indirette di armi e munizioni alle parti in conflitto. L’organizzazione ha sottolineato l’importanza del rispetto e dell’applicazione del regime di embargo sulle armi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il Darfur per evitare ulteriori vittime tra i civili.

Il 15 ottobre, Amnesty International ha contattato Lacroix Defense, KNDS France e il Segretariato generale per la difesa e la sicurezza nazionale in Francia per discutere dell’identificazione del sistema Galix in Sudan. Al momento, non è stata ricevuta alcuna risposta.

Il settore della difesa negli Emirati Arabi Uniti e in Francia è al centro di una collaborazione di lunga data, ma anche di controversie legate alle esportazioni di armi e alle violazioni degli embarghi internazionali. Il Rapporto parlamentare francese sulle esportazioni di armi del 2024 rivela che le aziende francesi hanno fornito equipaggiamenti militari agli Emirati Arabi Uniti per un valore di 2,6 miliardi di euro tra il 2014 e il 2023.

La presenza della Lacroix Defense negli Emirati Arabi Uniti risale a diversi anni fa, con l’istituzione di una joint venture con la Emirates Defense Technology già nel 2015. Questa collaborazione ha portato alla dotazione dei veicoli corazzati Nimr Ajban con il sistema Galix almeno dal 2017.

Nonostante l’embargo dell’Unione europea sulle armi nei confronti del Sudan dal 1994, che proibisce la vendita e l’esportazione di armi e materiali correlati, la Francia è vincolata da normative internazionali, europee e nazionali che impongono il divieto di esportare armi in situazioni in cui esiste il rischio di gravi violazioni dei diritti umani o del diritto umanitario. È fondamentale che la Francia garantisca tramite controlli sulle esportazioni, inclusa la verifica dell’utilizzatore finale, che le armi non finiscano in Sudan o in zone di conflitto.

Gli Emirati Arabi Uniti, d’altra parte, hanno una storia di violazioni degli embarghi sulle armi delle Nazioni Unite, includendo quelli relativi a Libia e Sudan. Questo solleva interrogativi sulla trasparenza e l’efficacia dei controlli sulle esportazioni di armamenti.

Tutte le aziende, comprese la Lacroix Defense e KNDS France, sono chiamate a rispettare i diritti umani in ogni fase della loro catena di approvvigionamento, dalla produzione all’utilizzo finale. Questa responsabilità implica condurre valutazioni d’impatto sui diritti umani per identificare, prevenire e ridurre qualsiasi coinvolgimento effettivo o potenziale in violazioni dei diritti umani. In particolare, le attività commerciali che hanno un impatto su aree colpite da conflitti richiedono un alto livello di dovuta diligenza in materia di diritti umani.

Amnesty International ha sollecitato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad estendere l’embargo sulle armi per il Darfur a tutto il Sudan, e a potenziarne i meccanismi di attuazione, monitoraggio e verifica. Questa richiesta è emersa in risposta ai combattimenti scoppiati in Sudan tra le Forze armate sudanesi e le Forze di supporto rapido, che hanno causato la morte di oltre 23.000 persone e il ferimento di 33.000, tra cui numerosi civili vittime di attacchi indiscriminati.

La crisi umanitaria in Sudan è diventata una delle più gravi al mondo, con oltre 11 milioni di persone costrette a fuggire a causa dell’escalation del conflitto. Amnesty International ha lanciato una petizione globale per ampliare l’embargo sulle armi in Darfur a tutto il Sudan, nell’ambito di una campagna più ampia volta a proteggere i civili e a garantire che coloro che commettono atrocità contro la popolazione civile siano ritenuti responsabili.

 

 

18 Novembre 2024 ( modificato il 13 Maggio 2025 | 20:01 )
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