Mafie
11:14 pm, 17 Maggio 24 calendario
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La riforma della Giustizia del governo Meloni: l’allarme degli ex boss ‘pentiti di Mafia

Di: Niccolò Mei
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L’ex boss della ‘Ndrangheta, Luigi Bonaventura, oggi collaboratore di giustizia, ha espresso gravi preoccupazioni riguardo alla riforma della Giustizia del governo Meloni. Durante un’intervista a Cusano Italia TV, Bonaventura ha affermato che le nuove leggi rischiano di annientare la normativa antimafia voluta da Giovanni Falcone. In particolare, ha evidenziato come il sistema delle intercettazioni sia stato compromesso e come il sistema dei cosiddetti pentiti stia subendo un grave indebolimento. Secondo Bonaventura, c’è il rischio concreto che in Italia si arrivi a un punto in cui non si potrà più parlare efficacemente di lotta alle Mafie, poiché lo Stato non rispetta più i patti.

L’Associazione Sostenitori dei Collaboratori e Testimoni di Giustizia ha lanciato un appello urgente in merito alla riforma della Giustizia del governo Meloni. Preoccupati per le possibili conseguenze delle nuove leggi, l’Associazione ha presentato un documento in otto punti e ha pronti ulteriori suggerimenti da sottoporre alle autorità competenti. Le criticità riguardano soprattutto il sistema delle intercettazioni, che rischia di compromettere anche la tutela dei collaboratori di giustizia. Secondo l’Associazione, è fondamentale garantire un sistema legislativo che protegga non solo i collaboratori, ma anche i cittadini in generale, poiché il fallimento di un collaboratore implica un fallimento dell’intero sistema. Inoltre, si auspica l’inserimento di norme socio-lavorative nella legislazione europea antimafia, motivo per cui l’Associazione ha stretto collaborazioni internazionali con associazioni antimafia tedesche e francesi.

Il presidente dell’Associazione ha sottolineato l’importanza di una lotta collettiva e transnazionale contro le Mafie, poiché il fenomeno non riguarda solo l’Italia. Ha evidenziato le difficoltà e i rischi che i collaboratori di giustizia affrontano quotidianamente, mettendo in pericolo non solo la propria vita, ma anche quella dei loro familiari. Attualmente, l’Associazione fornisce supporto umanitario a circa 4.000 familiari di circa 1.000 collaboratori di giustizia, difendendo i loro diritti fondamentali, come il diritto all’istruzione per i figli e l’accesso ai servizi sanitari nazionali.

Il presidente ha sottolineato la discriminazione e le difficoltà lavorative che i collaboratori di giustizia e i loro familiari devono affrontare a causa dei pregiudizi della società. L’Associazione continua la sua battaglia per garantire un trattamento equo e dignitoso a coloro che hanno scelto di collaborare con la giustizia.

17 Maggio 2024 ( modificato il 13 Maggio 2025 | 18:45 )
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