Moody’s promuove l’Italia: conti pubblici più solidi
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Toggle… ma le sfide restano
Roma — Moody’s ha deciso di alzare l’outlook sul rating sovrano dell’Italia, confermando però il merito di credito a Baa3, il livello più basso di “investment grade”. L’azione riflette un miglioramento evidente nella sostenibilità delle finanze pubbliche italiane e un quadro politico ritenuto più stabile, ma lascia aperti dubbi su debito elevato e fragilità strutturali. La decisione, attesa il 21 novembre, ha implicazioni significative per il governo, i mercati e il futuro economico del Paese.
Un voto di fiducia sui conti pubblici
Secondo Moody’s, il passaggio da un outlook “stabile” a “positivo” è giustificato dal miglioramento delle prospettive di bilancio, frutto di risultati fiscali migliori del previsto e di politiche più prudenti.
In particolare, l’agenzia sottolinea come il governo abbia contenuto la spesa, specialmente dopo la riduzione graduale dei crediti d’imposta — come quelli legati al Superbonus — e come le entrate tributarie siano cresciute grazie al miglioramento dell’economia interna.
Moody’s apprezza anche la solidità del sistema bancario italiano, con istituti ben patrimonializzati, liquidità robusta e attivi di buona qualità.
Politica stabile, segnali di “serietà”
Gli analisti dell’agenzia segnalano che l’Italia ha guadagnato credibilità perché il governo sembra tenere fede a un piano strutturale di bilancio a medio termine. Secondo Moody’s, la stabilità politica attuale aumenta la probabilità che l’esecutivo riesca a mantenere i conti in ordine, riducendo deficit e migliorando la sostenibilità del debito.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha accolto con soddisfazione il giudizio: “È il risultato di un lavoro serio e riservato”, ha dichiarato, ribadendo che il miglioramento del rating avvantaggerà famiglie, imprese e anche il sistema bancario. LaPresse
Se Moody’s dovesse decidere un upgrade (ossia migliorare il rating oltre il Baa3), sarebbe la prima volta in 23 anni. Infatti, dopo l’ultima revisione positiva a maggio 2002, il rating non era più stato innalzato, anzi era stato abbassato nel corso degli anni.
Negli ultimi mesi, l’Italia ha già ricevuto segnali incoraggianti da altre agenzie: S&P ha confermato il rating a BBB+ con outlook stabile. Fitch, inoltre, ha promosso il rating a BBB+ lo scorso settembre, citando il miglioramento dei conti e la stabilità politica.
Tuttavia, Moody’s non ignora alcune criticità strutturali che possono pesare sul lungo termine. In primis, il debito pubblico, ancora molto elevato: secondo le stime dell’agenzia, potrà salire fino al 138,4% del PIL nei prossimi anni, per poi eventualmente diminuire solo gradualmente.
Altro elemento di preoccupazione è l’invecchiamento demografico: una popolazione sempre più anziana mette pressione sui conti pubblici, in particolare sulle spese pensionistiche e di welfare.
Infine, non mancano dubbi sulla crescita economica: malgrado i miglioramenti fiscali, la crescita del PIL rimane debole e vulnerabile agli shock esterni, come tensioni commerciali o rincari.
Impatti sui mercati e sui titoli di Stato
L’outlook positivo di Moody’s potrebbe ridare ulteriore impulso alla fiducia degli investitori nelle obbligazioni italiane. Un miglior rating rende il costo del denaro più sostenibile per lo Stato italiano e potrebbe favorire una maggiore domanda di BTP (Buoni del Tesoro Poliennali).
Già nelle ultime settimane, il mercato aveva mostrato segnali favorevoli: lo spread tra i BTP a 10 anni e i Bund tedeschi si è significativamente ristretto, segnalando una riduzione del premio di rischio richiesto dagli investitori per detenere debito italiano.
Per il governo guidato da Giorgia Meloni, un eventuale upgrade di Moody’s rappresenterebbe una vittoria politica importante. Non solo legittimerebbe le politiche di rigore messe in campo, ma potrebbe anche abbassare il costo del servizio del debito, liberando risorse per investimenti o per ridurre la pressione fiscale.
La promozione da parte di un’agenzia storicamente cauta come Moody’s darebbe una maggiore credibilità internazionale al progetto economico dell’esecutivo, anche sul fronte delle relazioni con l’UE e degli investitori esteri.

Nel breve termine, l’esito della decisione di Moody’s (aggiornamento di rating o conferma con outlook positivo) sarà ampiamente monitorato dai mercati.
Se l’upgrade dovesse arrivare, l’Italia consoliderebbe una traiettoria di risanamento che potrebbe favorire ulteriori passi avanti con altre agenzie, promuovendo un clima di fiducia stabile e duraturo.
Il miglioramento dell’outlook di Moody’s è una fotografia positiva di quello che il governo italiano ha costruito finora: disciplina di bilancio, spese più contenute, maggiore credibilità sui mercati. Non è ancora una “promozione piena” (il rating resta Baa3), ma un passo avanti significativo.
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