11:40 am, 12 Novembre 25 calendario

La nuova frontiera delle startup della genetica in USA

Di: Redazione Metrotoday
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Si programmano i “bambini su misura”

Quando la riproduzione diventa prodotto e le famiglie diventano clienti di una promessa: la creazione del figlio “ottimizzato”.

New York / San Francisco — Negli Stati Uniti è nata una realtà che suona, per molti versi, come il capitolo più audace (e controverso) della storia della biotecnologia applicata alla riproduzione: la startup “su misura” per il figlio. Dietro quel verbo “su misura” si cela una tecnologia che mira non solo a correggere malattie genetiche, ma addirittura a ottimizzare – nella misura in cui è possibile – il patrimonio biologico del nascituro. In altre parole: non più soltanto “evitare che il figlio stia male”, ma valutare, selezionare, progettare cosa il figlio potrebbe avere o diventare.

La startup e il contesto

Una giovane impresa con base nella Silicon Valley ha raccolto decine di milioni di dollari da investitori del mondo tech, con l’obiettivo dichiarato di «mettere la genetica al servizio della genitorialità e dell’evoluzione umana».
La società propone ai futuri genitori che ricorrono alla fecondazione in vitro (IVF) una serie di servizi che vanno oltre la diagnosi genetica preimpianto tradizionale: analisi dell’intero genoma dell’embrione, screening di rischi genetici complessi (non solo malattie note), e in alcuni casi “ottimizzazione” attraverso editing o programmazione embrionale.
Se finora molte cliniche offrivano la diagnosi di mutazioni monogeniche (come la fibrosi cistica o la distrofia muscolare), oggi questi strumenti vengono spinti verso l’idea della “scelta” del figlio: altezza, intelligenza presunta, minori rischi di malattie comuni.
Al contempo, questa tecnologia stenta ancora a essere regolata in modo chiaro negli Stati Uniti: il divieto di creare embrioni geneticamente modificati per la riproduzione esiste, ma le zone grigie e le iniziative private sono molte.
Il fenomeno è la fusione di IVF, genomica, algoritmi predittivi, startup e privilegio economico: una combinazione che richiama i temi della bioetica, della disuguaglianza e della sovrapposizione fra medicina, mercato e desiderio.

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Che cosa si propone di fare davvero

Gli annunci della startup parlano di:

  • Sequenziare l’intero genoma degli embrioni prodotti in IVF, e identificare non solo malattie gravi, ma anche predisposizioni: diabete, cardiopatie, obesità, forse anche intelligenza o altezza.

  • Offrire modelli di “scelta” embrionale ai genitori che possono permetterselo: selezionare l’embrione che sembra avere “meno rischi” o “migliori prospettive”.

  • Lavorare in parallelo su editing embrionale (ancora officioso e non ammesso in molti contesti) per correggere mutazioni o inserire varianti “migliorative”.

  • Consentire – in prospettiva – la responsabilità e il controllo genitoriale sul figlio, tramite la produzione di “bambini migliori”, secondo il linguaggio usato.

In una parola: trasformare la nascita in un progetto. Non più soltanto ammettere un figlio, ma “sceglierne” attivamente uno con determinati parametri.

Le radici storiche e i precedenti

Per capire la portata di questa innovazione è utile ricordare alcune tappe.

  • Già nel 2013‑2014 fu fondata una società che simulava «bambini ipotetici» offrendo calcoli probabilistici sulla combinazione genetica dei genitori.

  • Nel 2018 il caso del ricercatore cinese che dichiarò di aver creato i primi esseri umani geneticamente modificati accese l’allarme globale: fu condannato e sollevò troppe questioni etiche.

  • Negli Stati Uniti, alcune startup di screening embrionale (non editing) offrirono servizi di selezione genetica, ma finora avevano limitazioni tecniche e normative.
    Oggi, l’innovazione sta nel passaggio da “diagnosi” a “progettazione”.

Ci sono varie ragioni che fanno di questo fenomeno un’emergenza.

Genomica e biotecnologia: la riduzione del costo del sequenziamento genomico ha reso possibile analizzare l’intero DNA di un embrione.

Mercato privato e libertà regolatoria: negli Stati Uniti la regolamentazione sull’editing embrionale è ampia ma non totalmente ferma. Le società private operano spesso fuori dal contesto pubblico.

Aspettative sociali e mercati del desiderio: in un mondo in cui la genitorialità è rinviata, la fecondazione assistita è più usata, e la domanda di “figli sani” è alta, queste tecnologie vengono percepite come una scelta di responsabilità.

Disuguaglianza e privilegio: questi servizi sono costosi e riservati a pochi; rischiano di creare una nuova generazione “programmata” e una popolazione esclusa da questi vantaggi genetici.

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Le critiche: etica, rischi, implicazioni sociali

Non mancano le obiezioni appassionate e complesse.

  • Etica e identità: che cosa significa scegliere il figlio? Limitare la libertà del nascituro? Porre aspettative generazionali?

  • Sovrapposizione con l’eugenetica: alcuni studiosi avvertono che la distinzione fra “evitare malattie” e “migliorare” tratti comincia a sfumare in una logica di selezione genetica che ricorda vecchi orizzonti eugenetici.

  • Disuguaglianza: se solo chi ha mezzi può permettersi questi interventi, il divario genetico si aggiunge a quello economico.

  • Limitazioni scientifiche: geneticamente prevedere tratti complessi (intelligenza, altezza, comportamento) è ancora altamente incerto. Molti scienziati avvertono che siamo lontani dal poter “scegliere” davvero un figlio migliore.

  • Normative e responsabilità: se un figlio selezionato ha comunque una malattia, chi risponde? Qual è la responsabilità di quei genitori o di quelle aziende?
    Insomma: l’innovazione è potente, ma il quadro regola‑to manca.

Casi concreti e implicazioni etiche

Una coppia che ricorre all’IVF con screening genome-wide e decide quale embrione impiantare sulla base di una combinazione di dati: probabilità di malattie, altezza stimata, IQ atteso. La storia – verificata in articoli di settore – racconta come la decisione, pur emotiva, sia diventata tecnica: fogli excel, rischi calcolati, discussioni fra genitori.
Nel frattempo la startup ha raccolto decine di milioni da investitori del mondo tech, segno che la prospettiva è vista come “prossimo passo” della riproduzione. Il modello: cliente → selezione genetica → figlio “ottimizzato”.

Ma l’esito è ancora pieno di variabili: la scienza non garantisce risultati definitivi, la storia del figlio è ancora quella dell’individuo, e i genitori entrano in un’area nuova dove sono produttori e consumatori di vite.

Società e genitorialità

Al di là del fatto tecnico, le implicazioni sono molte:

  • La nozione di “genitore” cambia: non solo chi accoglie una vita, ma chi ordina un progetto genetico.

  • Il figlio stesso potrebbe essere costruito come “prodotto”; la relazione genitoriale può assumere parametri nuovi.

  • La normalità della riproduzione umana viene messa in discussione: la scelta assistita, la progettazione, l’ottimizzazione diventano alternative alla riproduzione naturale.

  • Le disuguaglianze aumentano: se solo pochi possono permettersi la selezione genetica, una nuova forma di “privilegio biologico” può emergere.

  • Le normative devono correre: se la tecnologia è davanti alla legge, le implicazioni sociali si manifestano prima della regolamentazione.

  • Regolamentazione: è molto probabile che nei prossimi anni si intensifichi il dibattito politico e legislativo. Quali Paesi permetteranno l’editing embrionale? Quali limiti?

  • Accessibilità: il costo dovrà calare se il fenomeno vuole uscire dal “nicho” dei super‑ricchi.

  • Risultati e trasparenza: le startup dovranno dimostrare efficacia, sicurezza, regole di controllo.

  • Conseguenze etiche: genitori, figli, società intera affronteranno domande sulla libertà, sull’uguaglianza, sull’identità.

Il lancio della startup segna un cambio di paradigma: la genitorialità stava già avendo l’ausilio della medicina e delle tecnologie; ora entra nell’arena della scelta genetica, della progettazione del figlio. 
Non è (solo) una questione di migliorare la salute del nascituro: è una questione di chi decide, che cosa si può decidere, e con quali strumenti. Quando una coppia entra in una clinica per “scegliere” il figlio, la norma sociale, la maternità, la paternità, la vita stessa entrano in una zona nuova.

12 Novembre 2025
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