8:32 pm, 4 Ottobre 25 calendario

Ritorno a casa: ritrovate le due ragazze scomparse a Barletta

Di: Redazione Metrotoday
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Dopo oltre 48 ore di apprensione, ricerche incessanti e interrogativi, arriva la notizia che tutti attendevano: Sofia Autenzio e Nikol Giannone, due studentesse barlettane di 17 anni, sono state ritrovate e stanno bene. La conferma è arrivata dai carabinieri del comando provinciale di Barletta-Andria-Trani, che hanno coordinato le ricerche con la Prefettura e le autorità locali.

La vicenda — drammatica per i familiari, per chi ha sperato con loro e per le istituzioni coinvolte — si chiude per ora con un lieto fine, ma lascia molte domande aperte su responsabilità, dinamiche, vulnerabilità adolescenziali e procedure investigative.

Il giorno dell’allarme: sparite da scuola

Era la mattina di giovedì 2 ottobre quando Sofia e Nikol uscirono di casa come ogni giorno per recarsi al Liceo Casardi, indirizzo Scienze Umane, nella città di Barletta. I loro genitori non nutrivano sospetti particolari: studentesse diligenti, vita quotidiana regolare. Ma quando le ragazze non fhanno fatto più ritorno da scuola e i loro telefonini risultavano spenti, è scattato l’allarme.

Secondo quanto ricostruito, i telefoni avrebbero perso campo o alimentazione intorno alle 10 del mattino: da quel momento, non ci sono stati più contatti utili. Alcune segnalazioni locali riportavano avvistamenti fino alle 11: le due giovani sarebbero state viste sedute su un muretto in via Ricci, e poi nei pressi di un bar in via Cioce. Nessuna traccia definitiva, tuttavia.

In poche ore, famiglie, amici, social media e media locali si sono mobilitati. Il tam tam dell’angoscia hanno invaso il territorio con fotografie, appelli online, pressione su autorità e forze dell’ordine. La Prefettura si è attivata subito con il Piano provinciale per le persone scomparse, che coordina i vari organi: polizia, carabinieri, vigili urbani, protezione civile, volontari locali.

Le forze dell’ordine hanno acquisito video sorveglianza, tabulati delle celle telefoniche, interrogato amici, compagni di classe, conoscenti. Sono stati scandagliati gli snodi del trasporto locale, le corse degli autobus e ogni pista utile.

Un autobus, Canosa e la speranza che tornava

Sabato finalmente, nel primo pomeriggio, l’epilogo: Sofia e Nikol sono state localizzate a bordo di un autobus in transito verso Barletta da Canosa, un comune distate circa quindici chilometri. A quanto trapela, una delle ragazze avrebbe riacceso il cellulare dopo giorni di silenzio, permettendo agli investigatori di geolocalizzarle.

Il veicolo su cui viaggiavano non sarebbe stato particolarmente sospetto: un autobus di linea, forse noleggiato o impiegato per collegamenti secondari. Le autorità — in coordinamento — attesero che il mezzo entrasse nella loro giurisdizione, quindi effettuarono il controllo e l’identificazione. Le ragazze, in buone condizioni fisiche, sono state accompagnate dai carabinieri presso i loro genitori, dove è scoppiato un pianto di sollievo: timore, attesa, dolore, gioia.

Al momento non sono state rese note, né rese pubbliche, le ragioni del loro allontanamento né le motivazioni che le spinsero a non contattare i familiari per due giorni. Le indagini rimangono aperte: gli investigatori stanno ricostruendo i percorsi, le relazioni, le telefonate — se ce ne sono state — e le possibili complicità esterne.

Altre sparizioni minorili 

La Puglia, come molte altre regioni italiane, non è estranea al fenomeno delle sparizioni — spesso di giovani, adolescenti, minorenni che per ragioni varie si allontanano da casa o restano vittime di contesti difficili. Nel distretto della BAT (Barletta-Andria-Trani) negli ultimi anni si sono registrati altri casi che — pur con esiti diversi — hanno lasciato tracce nell’opinione pubblica.

Un caso noto è quello di Lucia Rizzi, una quindicenne barlettana scomparsa nel giugno 2024: la ragazza, dopo giorni di apprensioni e ricerche, fu ritrovata sana e salva, ma la vicenda generò allarme su minori vulnerabili, modalità di coordinamento investigativo e sensibilizzazione sociale.

Anche in realtà vicine, storie di adolescenti che sparivano per qualche giorno per motivi familiari, personali o sociali hanno stimolato riflessioni su prevenzione, controllo locale, sostegno psicologico e welfare minorile.

Adolescenti in bilico

In molti casi di sparizione minorile emerge una componente psicologica: adolescenti in conflitto con famiglie, con amori, con richieste scolastiche o sociali che non riescono più a sostenere. Il fenomeno non è marginale: tensioni, crisi identitaria, bullismo, relazioni tossiche, desiderio di fuga possono spingere giovani a decisioni estreme o impulsive.

Ma nel caso di Sofia e Nikol non ci sono conferme ufficiali di tali motivi: non è chiaro se l’allontanamento sia stato deciso autonomamente o se ci siano state influenze esterne, coercizione o ingerenze. Gli investigatori stanno esaminando materiali come chat, messaggi, rapporti personali e attività social per tracce utili.

Essenziale, in questi casi, è capire la sequenza temporale: quando e dove le ragazze hanno deciso di uscire dal percorso quotidiano, se hanno chiesto aiuto a qualcuno, se hanno avuto bisogno di supporto psicologico, se sono state accolte da reti informali.

Il riserbo investigativo

Le autorità mantengono per ora un riserbo sulle modalità esatte del ritrovamento: non si conoscono le coordinate esatte, né se le ragazze fossero sotto custodia volontaria o con qualcuno che le avesse ospitate. Non è stato divulgato se ci siano soggetti indagati, né se le ragazze avessero richiesto aiuto in modo consapevole o fossero state in difficoltà.

È possibile che il gesto di riaccendere un telefono sia stato volontario o necessario: magari per chiedere aiuto, forse per segnare una posizione. Ma questa informazione non è pubblica.

4 Ottobre 2025
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