10:06 am, 15 Settembre 25 calendario

VM Motori: un pezzo d’Italia che cambia proprietà.

Di: Redazione Metrotoday
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 Stellantis cede lo storico stabilimento di Cento a Marval

Nel cuore di una crisi profonda per il settore automobilistico tradizionale, Stellantis ha compiuto un passo significativo: la vendita definitiva dello stabilimento italiano VM Motori a un gruppo privato nazionale, Marval, tramite la holding Gamma Holding. Un’operazione che segna la fine di un’era ma potrebbe aprire una nuova stagione per lavoratori, territorio e filiera motoristica italiana.

Che cosa è successo

Stellantis ha concluso un accordo vincolante per la cessione di VM Motori, lo storico stabilimento con sede a Cento, in provincia di Ferrara. L’acquirente è Marval, azienda torinese specializzata nelle lavorazioni meccaniche di precisione nei motori industriali, veicoli commerciali, mover di terra, nonché nella componentistica per trasmissioni.

Il veicolo legale usato per il passaggio è Gamma Holding, costituito dagli investitori che controllano Marval.

La cessione dovrebbe concretizzarsi entro la fine del 2025.

L’accordo prevede che vengano certificati tutti i posti di lavoro attualmente presenti nello stabilimento, senza interruzione della produzione, almeno per quanto riguarda il personale e le attività in essere.

La transizione energetica e i motori endotermici

Negli ultimi anni Stellantis ha accelerato la sua strategia verso l’elettrico, spinta da norme europee sempre più restrittive in tema di emissioni, dalla domanda che evolve e dalla competitività globale, in particolare da produttori che lavorano su motori alternativi e su tecnologie “green”. In questo quadro, motori diesel e motori endotermici tradizionali sono diventati per alcune unità produttive un peso, specie quando la domanda cala e i costi di produzione restano elevati.

La situazione specifica di VM Motori

Lo stabilimento occupa circa 350 dipendenti (o poco più) al momento del passaggio.

Negli ultimi tempi l’azienda aveva già ridotto fortemente le commesse per motori automobilistici tradizionali. Dal 2022 ha abbandonato la produzione per il settore auto, concentrandosi su motori industriali e motori marini.

Le attività da anni sono in uno stato di attesa sul piano industriale: produzione ridotta, incertezze, ricorso a ammortizzatori sociali, pressione dei sindacati.

Chi è Marval: il nuovo proprietario

Marval è un’azienda con sede a Torino che opera nella meccanica di precisione per motori, trasmissioni e componenti meccanici per vari settori (agricolo, veicoli commerciali, macchinari pesanti).

Nel 2024 ha fatturato circa 160 milioni di euro, impiegando circa 800 persone tra Italia, Regno Unito e Cina. Clienti di rilievo internazionale come John Deere, Daimler Truck, Iveco, Scania, BYD ne fanno parte della clientela.

Il progetto dichiarato è quello di fare di VM Motori un centro nazionale di eccellenza nel campo dei motori industriali (macchine agricole, trasmissioni), puntando su competenze locali, continuità produttiva, valorizzazione della filiera.

Un patrimonio industriale italiano

Fondata nel 1947 da Claudio Vancini e Ugo Martelli (da cui deriva l’acronimo VM), a Cento, l’azienda iniziò producendo motori diesel per il settore agricolo.

In diverse fasi del suo sviluppo è entrata nella galassia di proprietà pubblica (Finmeccanica, IRI) e poi privata, con passaggi per Detroit Diesel, Penske, accordi con General Motors, fino all’ingresso nel gruppo Fiat (che poi diventerà Stellantis).

Per molte decadi VM Motori è stata eccellenza nel diesel, sia per auto che per motori speciali, usata da brand italiani e stranieri. Tuttavia, il declino del diesel, le regolamentazioni sull’inquinamento, la scarsità di investimenti pubblici e cambiamenti nella domanda globale l’hanno messa in difficoltà.

Implicazioni dell’operazione

Tutti i posti sono “garantiti” secondo l’accordo. Non si prevedono licenziamenti immediati.

I sindacati insistono però affinché emerga un piano industriale solido, che non resti una mera promessa, per evitare che lo stabilimento resti in uno stato di “resistenza” produttiva con limitazioni tecnologiche e mancati investimenti. In gioco c’è anche la capacità di attrarre commesse e competenze tecniche.

Cento (Ferrara) e l’Emilia-Romagna in generale hanno perso negli ultimi anni molti posti legati all’automotive tradizionale. VM Motori rappresenta un patrimonio industriale, di competenze e occupazione. Se il rilancio funziona, cattura anche un valore simbolico alto per la Regione.

Le istituzioni locali (Comune, Regione) hanno sottolineato la necessità che la vendita non si limiti al trasferimento formale, ma che nasca un programma coerente e sostenibile che integri filiera, innovazione, formazione.

L’operazione permette a Stellantis di alleggerire il peso di una divisione che richiede investimenti notevoli per restare al passo con normative ambientali sempre più stringenti, e con una domanda di motori endotermici in declino.

È coerente con altre cessioni interne già avviate, come quella di Comau, o con la strategia di centralizzazione su nuovi modelli, elettrici o ibridi, e sulle componenti ad alta innovazione tecnologica.

Le sfide

Nonostante la garanzia dei posti di lavoro, resta il rischio che la produzione possa contrarsi o rimodulare nel tempo se il mercato (nazionale ed europeo) non sosterrà domanda per motori industriali/marini in modo adeguato.

Necessità di investimenti in innovazione, tecnologia e automazione per mantenere competitività; il solo fatto di avere la proprietà non basta: servono commesse, ricerca e accesso alle nuove tecnologie.

La transizione industriale (verso l’elettrico, biocarburanti, motori a zero emissioni) impatterà anche il settore “industrial engine”: sebbene meno regolamentato, dovrà adattarsi a normative ambientali sempre più severe.

Tempistiche: se l’operazione si conclude entro fine anno come previsto, il ritardo negli impegni può generare sospetti o tensioni sindacali.

Scenari di rilancio

Rinascita industriale locale: Marval punta su produzione industriale/marina, investimenti in ricerca & sviluppo, sviluppo di componenti di alta precisione, valorizzazione delle maestranze locali, possibili collaborazioni con università/cluster motoristici Alta se supportata da incentivi, ordini certi, efficiente governance aziendale

Ridimensionamento graduale: Mantenimento attività ma contrazione su volumi, meno modelli, spostamento delle produzioni più avanzate altrove, solo attività residuali. Possibile se la concorrenza internazionale o i costi non vengono controllati o se non arrivano nuovi ordini

Diversificazione tecnologica: Oltre al diesel / motori endotermici, esplorazione di motori a idrogeno, ibridi, propulsori per applicazioni speciali, produzione di generatori o componenti per veicoli elettrici/marinai Richiede investimenti iniziali e competenze, ma potrebbe essere strategico per sopravvivere

Il confronto con altri casi simili

Comau: altra società del gruppo Stellantis ceduta in maggioranza a One Equity Partners, mantenendo però la presenza italiana, con un ruolo attivo del Governo attraverso la Golden Power. È un esempio recente di come Stellantis delega o dismette attività non centrali.

Altre fabbriche italiane dell’automotive che hanno subito riduzioni o cessioni, specie in regioni dove il costo del lavoro e degli impianti è più alto; il caso VM Motori è significativo perché riguarda motori, che sono “cuore” della tecnologia tradizionale.

Obiettivi di produzione, investimenti, tempistiche.

Gli ordini già acquisiti o in trattativa: per motori industriali, applicazioni marine, macchine agricole; la capacità di Marval di assicurare commesse diventerà cruciale.

Le condizioni ambientali e regolamentari: se le norme sull’inquinamento e le direttive UE continueranno a penalizzare motori tradizionali o se ci saranno incentivi per motorizzazioni ibride o alternative.

Il coinvolgimento di istituzioni: Regione e governo nazionale; possibili contributi pubblici, agevolazioni fiscali, formazione professionale.

L’evoluzione tecnologica: sarà importante capire se Marval intende puntare su innovazione applicata, automazione, digitalizzazione, e se integrerà tecnologie emergenti come l’idrogeno, l’elettrico o motori ibridi industriali.

La cessione di VM Motori da parte di Stellantis a Marval tramite Gamma Holding rappresenta la fine di un legame importante, ma anche l’inizio di una scommessa. Da un lato c’è il timore di perdere un pezzo di identità industriale italiana; dall’altro c’è la speranza che il nuovo proprietario sappia far rinascere, con investimento, impegno e visione futura, uno stabilimento che ha fatto la storia dei motori in Italia.

Se Marval riuscirà a costruire, oltre alla proprietà, un progetto credibile, VM Motori potrà diventare non solo residuo di un’epoca che cambia, ma nodo centrale di una nuova filiera motoristica “post-diesel” italiana. Cento dovrà essere non solo il luogo dove si chiude un capitolo, ma dove se ne comincia uno nuovo.

15 Settembre 2025
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